ADESIONE AL PRESIDIO IN DIFESA DEL DIRITTO ALL’ABORTO

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di cancellare la ormai nota sentenza “Roe vs Wade” del 1973 sancisce, di fatto, il ritorno alla criminalizzazione dell’aborto. Si tratta di una scelta che consideriamo gravissima non solo in quanto lesiva del diritto delle donne statunitensi a decidere in piena libertà del proprio corpo, ma anche perché produrrà conseguenze drammatiche per la salute e la sicurezza delle donne stesse, che in caso di volontà di interrompere la gravidanza si vedranno costrette a praticare aborti clandestini. Una situazione tanto più inaccettabile se si pensa che, come sempre, a pagare il prezzo più alto saranno le donne più fragili, coloro che sono disoccupate o hanno un impiego povero e/o informale, che non garantisce sufficiente sicurezza economica e le costringe a dover scegliere tra il lavoro e la maternità.

Anche in Italia, dove l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) è stata sancita dalla Legge 194 del 1978, il pieno accesso a questo diritto resta ancora da garantire. La Lombardia, in particolare, è penultima tra le regioni del Paese in termini di rapporto tra numero di consultori e abitanti: malgrado le disposizioni nazionali prevedano un rapporto 1/20mila, a livello lombardo la media è di 1/35mila. Il diritto all’aborto è limitato non solo dalla mancanza di strutture, ma anche dall’alto numero di obiettori di coscienza all’interno del sistema sanitario, una percentuale che raggiunge il 75% negli ospedali di Lecco e Merate e coinvolge medici anestesisti, ginecologi, infermieri e OSS.

La battaglia condotta dalle donne per rendere legale l’Ivg e sancire così il diritto imprescindibile all’autodeterminazione costituisce una grande conquista civile, dalla quale non accetteremo mai di retrocedere nonostante i continui attacchi da parte di governi e istituzioni (non solo negli Usa ma anche in Afghanistan, Polonia, Cile ecc.), che colpiscono i diritti delle donne per dimostrare il proprio potere. La Cgil Lecco da sempre partecipa convintamente alle lotte per i diritti di cittadinanza, come è avvenuto per il DDL Zan e come avverrà in futuro (ad esempio per lo Ius Scholae in discussione in Parlamento). Diamo quindi l’adesione al presidio di giovedì 7 luglio in Piazza Diaz, per manifestare la nostra solidarietà alle donne statunitensi e chiedere con forza la completa attuazione della Legge 194.

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