FIOM, CASO RIELLO: TAVOLI ISTITUZIONALI PER IL FUTURO DEL POLO LECCHESE

I tavoli istituzionali si sono attivati per far fronte alle nuove preoccupazioni sulle sorti di Riello e dei suoi 150 dipendenti (considerando solo quelli della sede lecchese, 660 in tutto se si includono anche i siti di Legnago e Volpago). Riello, ex Caldaie Beretta, è da oltre vent’anni di proprietà della multinazionale americana Carrier, che di recente ha annunciato di volerla vendere in quanto la sua produzione di caldaie a gas sarebbe sovrapponibile a quella di un’altra azienda del gruppo, Viessman, storico marchio tedesco ritenuto però più performante sulla via della transizione green. Dopo il primo tavolo che si è svolto nella sede della Provincia il 30 giugno fra le rappresentanze di Organizzazioni Sindacali, Provincia e Comune ne sono programmati altri due: quello del 15 luglio promosso a livello nazionale da Fim, Fiom e Uilm e un nuovo tavolo lecchese il 30 luglio. Per Giuseppe Cantatore, segretario organizzativo della FIOM CGIL Lecco, il tema della sovrapposizione di prodotto fra le due aziende non convince: “Oggi l’azienda ha ordini e mercato, con qualche leggera flessione molto condizionata dall’andamento degli incentivi di Stato, ma nulla di problematico in tal senso. Paga puntualmente gli stipendi e non ha chiesto cassa integrazione”, afferma Cantatore. “Ad oggi non è dato sapere se la vendita sia finalizzata a una pura operazione finanziaria o se comporti un rilancio dell’azienda. Viessman sta sviluppando molto la caldaia con energie alternative, Riello fa caldaie a gas che però possono essere riconvertite in idrogeno. Quindi, se proprio vogliamo guardare al tema green, una prospettiva futura ci sarebbe. Comunque sia, il mercato che oggi funziona è quello delle caldaie a gas e sul prodotto la Riello rimane azienda leader di mercato. Consideriamo inoltre che i 150 lavoratori di Lecco sono molto legati al settore ricerca&sviluppo, estremamente strategico». Le OO.SS. hanno chiesto il coinvolgimento della Provincia e del Comune, considerato che in passato il Comune si è reso disponibile a costruire sinergie con le potenzialità del territorio, dal Politecnico agli Istituti tecnici Fiocchi e Badoni. “Il territorio ha dichiarato di essere disponibile a valutare investimenti e sinergie, ma ovviamente a fronte di un piano di rilancio dell’azienda. Sul futuro di questa vendita ci possono essere varie ipotesi, ma nessuna è stata minimamente discussa. Gli interlocutori aziendali venuti al tavolo della Provincia non sono stati in grado di dare spiegazioni oltre al fatto che si sta predisponendo l’asset riorganizzativo interno tramite un advisor per poter concludere la vendita entro fine anno”, continua Cantatore. “Se usciranno nomi sugli acquirenti potremo affrontare con concretezza il tavolo provinciale di fine mese. Noi siamo propositivi, ci sediamo ai tavoli ma vogliamo essere protagonisti partecipando ai piani industriali. Non vogliamo essere spettatori e poi trovarci in mezzo alla strada»

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