CAAF, FRANCHIGIA ISEE 2025: IL GOVERNO FA PAGARE DUE VOLTE I CITTADINI

A partire dal 3 aprile 2025, i cittadini avranno la possibilità di presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per beneficiare dell’applicazione della franchigia prevista per i titoli di Stato, che consente di escludere dal calcolo del patrimonio mobiliare buoni fruttiferi e libretti postali fino a un massimo di 50.000 euro. Sebbene la misura venga presentata come un’opportunità per abbassare l’indicatore ISEE, in realtà rischia di produrre effetti molto limitati
per gran parte dei cittadini e, in alcuni casi, addirittura distorsivi.
In primo luogo, l’introduzione di questa possibilità arriva con un grave ritardo: a quindici mesi dall’approvazione della norma, la procedura viene resa operativa solo ora, generando confusione, attese ingiustificate e un aumento della pressione sui servizi fiscali e di assistenza. Il problema centrale è che, la nuova attestazione ISEE per una platea importante potrebbe non comportare alcun cambiamento rispetto alla fascia di accesso alle prestazioni sociali, in particolare per tutte quelle misure regolamentate da soglie fisse o da sistemi a scaglioni.
A questo si aggiunge un elemento particolarmente critico: il Ministero considera questa operazione come una “seconda DSU” a tutti gli effetti, e per questa ragione l’INPS non riconoscerà alcun compenso ai CAAF. Di conseguenza, saranno i cittadini a dover sostenere direttamente il costo dell’attestazione, che abbiamo deciso di differenziare tra iscritti e non iscritti. È del tutto ingiusto che il prezzo di una procedura resa necessaria da una gestione normativa inefficiente venga scaricato sugli utenti, senza alcuna garanzia di risultato.
Esiste poi un problema più profondo, di natura politica e sociale: l’introduzione della franchigia rischia di produrre una grave distorsione del principio di equità che regola l’accesso al welfare. Chi possiede strumenti finanziari come i titoli di Stato, vedrà ridursi il proprio ISEE e potrà quindi beneficiare di prestazioni sociali agevolate. Chi invece versa in condizioni economiche oggettivamente peggiori e non possiede risparmi da escludere, rischia di rimanere fuori dai servizi. È un paradosso che colpisce proprio le persone che più avrebbero bisogno di sostegno, e che crea un terreno fertile per nuove disuguaglianze e tensioni sociali.
Questa misura, se non accompagnata da adeguati correttivi, rischia anche di avere impatti devastanti sugli enti locali, sugli atenei e su tutti quei soggetti pubblici che utilizzano l’ISEE per determinare l’accesso a borse di studio, rette agevolate, agevolazioni per i trasporti, i servizi alla persona, l’assistenza e l’edilizia sociale. In mancanza di risorse aggiuntive, saranno costretti a rivedere al ribasso le soglie ISEE, tagliando inevitabilmente fuori migliaia di utenti.
Per tutte queste ragioni, la CGIL e il CAAF hanno denunciato con forza l’iniquità di questa misura e chiedono l’apertura di un confronto urgente con il Governo.

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