Da sempre a sostegno della necessità di avviare procedure finalizzate alla conciliazione dei tempi di vita–lavoro, la Funzione Pubblica CGIL di Lecco, richiamando i contenuti esposti nella circolare emanata il 4 marzo scorso dalla ministra per la Pubblica Amministrazione, evidenzia l’importanza che, in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo, in considerazione dell’emergenza sanitaria correlata alla diffusione del Coronavirus, riveste lo strumento dello smart working.
La sospensione delle attività scolastiche, correlata ai provvedimenti ministeriali emanati ai fini del contenimento del contagio da COVID- 19, ha determinato, oltre alle problematiche già note in atto in termini occupazionali, enormi difficoltà di gestione a carico delle famiglie, che si sono ritrovate improvvisamente a dover ricercare soluzioni alternative per la “collocazione” dei propri figli.
Senza contare l’esposizione al possibile contagio dei lavoratori “a rischio”, o con “familiari a rischio”, che quotidianamente si trovano a prestare la propria attività lavorativa a supporto del cittadino.
Adesso più che mai chiediamo, dunque, che la Pubblica Amministrazione faccia il proprio dovere, intervenendo a supporto di tutte quelle situazioni di “fragilità” che richiedono l’applicazione di una misura che, come dichiarato dalla ministra per la Pubblica Amministrazione con la suddetta circolare (n. 1/2020), opera a regime, con l’obiettivo di garantire ad almeno il 10% del personale in servizio che ne faccia richiesta la possibilità di avvalersi di tali modalità.
Superato il regime sperimentale dell’obbligo per la P.A. di adottare misure organizzative per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa, è arrivato il momento di mettere in atto quanto sino ad oggi affrontato soltanto concettualmente.
Facciamo dunque un appello a tutte le Pubbliche Amministrazioni presenti sul territorio, a partire da Comune e Provincia di Lecco, affinché diano il buon esempio, applicando immediatamente le disposizioni ministeriali.
Evidenziando che sino a questo momento a rispondere all’appello è stata la sola ASST di Lecco, che ha avviato un bando per l’attivazione di circa 50 postazioni destinate al lavoro agile, agli Enti Pubblici che rigettano la possibilità di ricorso al lavoro agile, adducendo a supporto della propria posizione l’indisponibilità di strumentazione informatiche adeguate e le difficoltà di accesso condiviso ai dati, la ministra Fabiana Dadone risponde che in caso di indisponibilità o insufficienza di dotazioni strumentali da parte dell’Ente, il dipendente che si renda disponibile può anche utilizzare propri dispositivi (in termini di pc o tablet) facendo ricorso a soluzioni cloud (il tutto, naturalmente garantendo adeguati livelli di sicurezza e di protezione della rete) e a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro.
Ribadendo che l’utilizzo del lavoro agile non è una scelta ma un obbligo, sia sotto il profilo etico, a tutela della salute pubblica, sia sotto il profilo normativo, come FP CGIL di Lecco diciamo dunque basta a scuse inutili. Basta nascondersi dietro difficoltà organizzative futili e inaccettabili. È tempo di lavoro agile.
Come ha commentato la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone in un post su Facebook dopo l’emanazione della suddetta circolare n. 1/2020, facciamo di necessità virtù, proviamo a ribaltare la delicata situazione che il Paese sta vivendo e incoraggiamo la rivoluzione dello smart working nella Pa, passando dalla fase di sperimentazione all’ordinarietà.
Per la Segreteria Fp Cgil Lecco
Catello Tramparulo
Teresa Elmo