Purtroppo, per quanto riguarda le bollette di luce e gas sono arrivate ancora brutte notizie: dal mese di aprile infatti, sulla base della legge di Bilancio 2024, sono terminati i benefici dei contributi straordinari. A partire quindi dal secondo trimestre di quest’anno i bonus sociali elettricità e gas tornano al regime ordinario, con le soglie ISEE per accedere all’agevolazione fissate a 9,530 euro e a 20 mila per le famiglie con piùdi tre figli.
Con il secondo trimestre scattano inoltre diversi aumenti in bolletta, partendo dagli oneri generali di sistema, cioè i costi che sostengono diversi capitoli di spesa. Quello più consistente riguarda il sostegno alle fonti green, per il quale la spesa in bolletta di una famiglia aumenterà del 17%. Complessivamente, per una famiglia tipo che consuma 2.700KWh all’anno, il costo complessivo sarà di oltre 105 euro. Il Governo ha deciso ancora una volta di non dare continuità a misure a sostegno di cittadini e famiglie con redditi più bassi, gravando economicamente sui bilanci familiari.
Dai rincari ai cambiamenti del mercato che imporrebbero un livello di informazione purtroppo non adeguato. A tal proposito, tutti i titolari di un contratto di fornitura di energia elettrica saranno chiamati a breve ad una scelta, visto che il Governo ha deciso che il primo luglio avrà termine il mercato di maggior tutela. In questa fase l’obiettivo dovrebbe essere quello di non ripetere la gestione fallimentare del passaggio al mercato libero delle forniture gas, un fallimento peraltro annunciato ampiamente, con la quasi totalità di chi è passato (obbligatoriamente) al mercato libero, compresa la forma Placet, che oggi paga di più la fornitura rispetto ai costi del tutelato, ancora in vita per alcune fasce di cittadini. Un fallimento per i cittadini, ma un grande affare per le aziende del settore, nell’incredibile disinteresse della politica e degli azionisti pubblici di quelle aziende. Una vergogna nazionale, del tutto rimossa dal dibattito politico o relegata a fatto minore. Non è certamente un problema secondario per le milioni di famiglie che hanno sottoscritto nei mesi scorsi contratti di fornitura a prezzo fisso e che oggi pagano costi della materia fino a otto volte superiori al mercato tutelato. A loro rivolgiamo l’invito a trasmigrare ai più presto verso un nuovo gestore o a rinegoziare il contratto.
Purtroppo, della grande campagna di informazione annunciata dal Governo non c’è traccia. Proviamo noi a fare chiarezza:
- circa il 30% dei contratti di fornitura elettrica è nel mercato tutelato. I titolari di questi contratti sono martellati da un incessante telemarketing: a tutti loro consigliamo di scegliere l’opzione del silenzio, ossia di non operare alcuna scelta “scivolando” così nel servizio a tutele graduali, un servizio che è stato oggetto di aste pubbliche con positivi effetti sui costi che saranno applicati;
- il restante 70% dei contratti di fornitura elettrica è nel mercato libero, ma concentrato su pochi grandi fornitori. L’opzione che oggi pare più conveniente è quella di esercitare la possibilità di rientro nel mercato tutelato entro il 28 giugno 2024, per poi “scivolare” non operando scelte nel servizio a tutele graduali. Le difficoltà frapposte dai gestori a tale passaggio sono l’ennesima dimostrazione della maggior convenienza per i consumatori.
Tornare nel mercato tutelato è un diritto dei consumatori e nessuno può impedirlo. Eventuali ostacoli frapposti dai gestori possono essere segnalati alle sedi Ferderconsumatori. La scelta che consigliamo per tutti coloro che oggi sono nel mercato libero, quindi, è quella di verificare i contenuti della propria offerta in essere, valutando la possibilità di tornare nel mercato tutelato per poi entrare automaticamente nel servizio a tutele graduali, che oggi appare particolarmente conveniente. Una scelta che, va ricordato, può essere poi revocata in qualunque momento, sottoscrivendo un contratto nel mercato libero.