Filcams, presidio delle lavoratrici Multiservizi fuori dall’ospedale. “Contratto subito”

Sono lavoratrici che vengono definite spesso “invisibili”. Ma l’ospedale, così come le scuole e altri luoghi pubblici, funzionano grazie alla loro opera. Sono le lavoratrici del settore dei Multiservizi, che garantiscono servizi spesso essenziali a condizioni che però non sono più accettabili. In questo settore 600.000 persone in tutta Italia, e più di un migliaio nel territorio lecchese, assicurano, tra le altre cose, le pulizie e la sanificazione degli ambienti pubblici, che sono diventati indispensabili per il contrasto alla diffusione del Covid-19. Sono soprattutto donne, che ogni giorno affrontano situazioni critiche senza alcun riconoscimento dai datori di lavoro, con un contratto scaduto ormai da sette anni.

Per questo, nella mattinata di lunedì, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno organizzato un presidio davanti all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, per rendere visibili queste situazioni. “Gli appalti ormai hanno un costo del lavoro bassissimo – afferma Marco Paleari (Filcams Cgil Lecco) –. Ci sono alcune aziende, come Dussmann, che ha vinto l’appalto delle pulizie all’ospedale di Lecco applicando un taglio al ribasso del 30% sul costo del personale. Quindi non solo hanno avuto un dumping dal punto di vista salariale, ma anche orario. Di fatto oggi le persone che lavorano guadagnano meno e con meno diritti”.

La richiesta è chiara: “Vogliamo il rinnovo di questo contratto – sottolinea Paleari –. Chiediamo che le associazioni di categoria si siedano al tavolo e si rendano responsabili di queste donne e di questi uomini, come sottoscritto nell’avviso comune condiviso in aprile, e rinnovare il contratto, perché le lavoratrici sono stanche di questa situazione. Queste sono lavoratrici che non si vedono mai, le “invisibili”, che fanno trovare puliti i luoghi in cui lavorano i dipendenti sia pubblici sia privati. E nel caso dell’ospedale, per esempio, sono fondamentali nel contribuire alla salute dei pazienti, perché possano trascorrere la degenza nelle migliori condizioni. Se non ci fossero loro nemmeno i sanitari potrebbero lavorare in sicurezza e pulizia. Eroi, quanto i medici e gli infermieri dentro i reparti Covid, a sanificare rischiando la propria salute”.

L’ultimo adeguamento economico dei loro stipendi risale al 2013, e l’immobilità dei salari aggrava una condizione economica dei lavoratori, già fortemente caratterizzata da part time involontari a poche ore settimanali, con salari che non arrivano a sette euro (lorde) all’ora. “Quindi diciamo a basta a questa situazione e che sia rinnovato subito il contratto”.

 

 

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