L’obiettivo è accelerare i tempi per arrivare a un confronto serio con la proprietà, per difendere il lavoro e la dignità delle 70 persone a rischio licenziamento. Non si ferma il presidio alla Voss di Osnago, azienda di componenti idraulici al centro dell’attenzione mediatica a causa della volontà dei vertici della multinazionale tedesca di chiudere il sito di via Stoppani. Nella mattinata di oggi, martedì, è stata convocata un’audizione in consiglio regionale; ma mentre le organizzazioni sindacali erano presenti, la proprietà ha dato nuovamente forfait.
Così le lavoratrici e i lavoratori proseguono nel presidio permanente (organizzato con Fiom Cgil Lecco e Fim Cisl Monza Brianza Lecco) che va avanti da oltre due settimane, sfidando anche il freddo e le intemperie. “Siamo disponibili a ragionare per tenere in piedi l’attività – afferma Antonio Guzzi, componente della segreteria provinciale della Fiom –. Dall’altra parte, invece, stiamo trovando un muro, con cui è impossibile dialogare. L’azienda vuole solo chiudere il sito di via Stoppani a Osnago”. In questi giorni non sono mancate le provocazioni contro i partecipanti al presidio. “Non siamo provocatori e men che meno siamo violenti – chiarisce Guzzi –. Stiamo, e staremo, davanti alla fabbrica finché non ci saranno le condizioni per aprire un confronto vero, rispettoso delle parti, come deve essere. La cosa che più ci preme è che nessuno rimanga per strada, senza lavoro e tutele”.
Anche Diego Riva, segretario generale della Cgil Lecco, è passato più volte a manifestare solidarietà nei confonti delle lavoratrici e dei lavoratori della Voss, compreso il giorno di Natale. “Dalla crisi del 2008 a oggi non ci eravamo mai trovati nella condizione in cui gli imprenditori si sono sottratti al confronto – afferma –. Le persone chiedono che ci siano tavoli seri e autorevoli perché sia mantenuta la struttura a Osnago. Per questo dobbiamo solo ringraziare tutti coloro che stanno portando avanti il presidio, anche durante i giorni di festa, per rivendicare che le aziende non possono agire in questo modo, lasciando intere famiglie senza un futuro sereno. Questa protesta sta logorando le persone. Per questo chiediamo anche alle istituzioni di entrare in campo con maggiore energia e determinazione. E se qualcuno pensa che dopo marzo si potrà licenziare come vuole ha proprio sbagliato a capire. Dovrà fare i conti con le lavoratrici e i lavoratori, con queste persone che provano senza alcuna esitazione a difendere i loro diritti e la propria dignità”.
Il video con gli interventi realizzato da Alberto Secci (Merateonline)