Vertenza Voss: inaccettabile l’arroganza dell’azienda. Serve rispetto per le lavoratrici e i lavoratori. Togliere subito ogni pregiudiziale per risolvere questa complicata situazione. Di questo passo si rischia di vanificare il ruolo e l’impegno di Regione Lombardia.
Si è tenuta oggi 7 gennaio la riunione, in modalità online, della IV Commissione presso Regione Lombardia per discutere della vertenza Voss Fluid di Osnago, che lo scorso 10 dicembre ha annunciato la cessazione dell’attività produttiva con il conseguente licenziamento di 70 lavoratrici e lavoratori.
L’azienda da una parte sembra dare disponibilità a una discussione nel merito, dall’altra però respinge ogni proposta alternativa alla chiusura e al licenziamento dei dipendenti. Una posizione inaccettabile che fa il paio con l’indisponibilità ad anticipare il trattamento economico di cassa integrazione con causale Covid aperta fino al prossimo 31 marzo. Una decisione che ha il sapore di una ripicca nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che sono in presidio permanente da circa 25 giorni.
Le uniche vere novità sono state la presenza dell’azienda e l’utilizzo di un linguaggio pacato da parte dei suoi dirigenti. Per quanto riguarda i contenuti, l’azienda nonostante le nostre richieste e proposte ha respinto ogni possibile alternativa alla chiusura, accusandoci di mettere a rischio anche la sopravvivenza del secondo sito presente ad Osnago. Un’accusa che fa quasi tenerezza dal momento che quest’azienda, da quando ha rilevato Larga, non ha mai fatto investimenti utili a rafforzare competitività e presenza sul mercato. Quindi, delle due una: o la multinazionale aveva deciso da tempo di spegnere i motori in Italia, oppure c’è stata una pessima gestione industriale da parte dei dirigenti italiani. L’arroganza dell’azienda nel voler scartare qualsiasi ipotesi alternativa, che va dall’analisi e risoluzione delle inefficienze per proseguire con la produzione in Italia, alla ricerca di un possibile imprenditore interessato all’area o al mercato, fino alla reindustrializzazione del sito, rischia di vanificare anche il ruolo delle Istituzioni, a partire da Regione Lombardia che aveva dato ampia disponibilità a valutare tutte le possibili soluzioni per salvaguardare la continuità occupazionale. Serve più rispetto per le settanta lavoratrici e lavoratori che non sono stracci da gettare dopo averli spremuti, ma persone a cui va assicurata dignità e futuro. A questo punto, se questa è la modalità di gestione, siamo preoccupati anche per il futuro dell’altro sito Voss di Osnago. Il prossimo incontro sarà il 12 gennaio, ma di sicuro continueremo con il mantenimento del presidio, attorno al quale è scattata una commovente gara di solidarietà, e con la lotta a difesa del lavoro fino a quando la discussione verrà sgombrata da ogni pregiudiziale e ci si renda disponibili a discutere seriamente senza posizioni di principio.
FIM CISL MONZA BRIANZA LECCO, FIOM CGIL LECCO