Facendo seguito alla pubblicazione del DPCM del 25 febbraio 2020, è stata sottoscritta dalla Ministra Dadone la Direttiva 1/2020 recante: “Prime indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica COVID-2019 nelle pubbliche amministrazioni al di fuori delle aree di cui all’articolo 1 del decreto-legge 6 del 2020”.
In una situazione epidemiologica in continua evoluzione, sia per quanto riguarda il numero di persone contagiate dal virus COVID-2019 che per le zone interessate, la direttiva indica le misure precauzionali per garantire uniformità, coerenza ed omogeneità di comportamenti per la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, nelle zone non direttamente soggette a misure di contenimento e gestione dell’emergenza.
Le Amministrazioni Pubbliche sono tenute ad assicurare il regolare svolgimento di tutte le attività istituzionali, pur adottando le necessarie misure igieniche e di prevenzione.
La Direttiva suggerisce le procedure per regolare l’accesso del pubblico e del personale esterno agli uffici e per organizzare eventi aggregativi, privilegiando le modalità telematiche; per quel che riguarda le missioni nazionali ed internazionali, è opportuno promuovere la partecipazione in call conference o sistemi similari.
E’ necessario favorire forme di organizzazione del lavoro flessibile, compreso il ricorso allo smart working, che agevolino soprattutto i soggetti più esposti al contagio, chi si avvale dei trasporti pubblici per raggiungere il luogo di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori su cui grava la cura dei figli a seguito dell’eventuale sospensione delle attività degli asili nido e delle scuole dell’infanzia.
Per quanto riguarda lo svolgimento delle procedure concorsuali, occorre valutare la necessità di riprogrammare le date delle prove o, in caso contrario, adottare idonee misure comportamentali e organizzative per evitare potenziale contagio.
Apprezziamo che la direttiva assuma come priorità la salute delle persone, bene individuale e collettivo, indicando alcune soluzioni concrete e praticabili, ma riteniamo che, per quanto riguarda i settori dell’istruzione e della ricerca, occorra declinare ulteriormente le modalità di realizzazione delle misure da adottare.