FP, APPLICAZIONE TEMPI DI VESTIZIONE 2018/2022 AI DIPENDENTI DELL’ASST DI LECCO: UN’IPOTESI ASSURDA

L’ipotesi di accordo che l’ASST di Lecco all’ultimo tavolo di delegazione trattante ha annunciato di voler sottoscrivere con alcune sigle sindacali per regolamentare l’applicazione dei tempi di vestizione e consegna, introdotti dal Contratto Nazionale di Lavoro 2016/2018 per i lavoratori che operano in Sanità Pubblica, non ci convince affatto.

A nostro giudizio, non soltanto i contenuti dell’accordo risultano in contrasto con quanto previsto dalle vigenti norme contrattuali, ma assumono connotazioni addirittura peggiorative, lasciando all’azienda la possibilità di dilazionare (in tre anni) le migliaia di ore maturate complessivamente dai dipendenti nel periodo compreso tra il 21 maggio 2018 e il 31 ottobre 2022 a titolo di tempi di vestizione (l’ultimo dato fornito dall’azienda, aggiornato al 30 giugno 2022, individua 177.000 ore complessivamente maturate dai dipendenti a tale titolo).

Con questo accordo si andranno ad aggiungere oltre 177.000 ore di debito, che l’azienda ha maturato nei confronti dei propri dipendenti per la mancata applicazione dei tempi di vestizione dal 21 maggio 2018, al credito complessivo di 150.000 ore a recupero, già vantato dai lavoratori in chiusura dell’annualità precedente, per le ore lavorate in eccedenza e non recuperate: in pratica l’accordo suggellerà il raddoppio del debito che l’azienda ha maturato negli ultimi anni nei confronti dei propri dipendenti.

Sono mesi che, come FP CGIL, denunciamo questo stato di fatto: migliaia di ore da recuperare che, sommate alle ore di ferie arretrate, non fruite nell’annualità di maturazione (parliamo di circa 46.000 giornate calcolate al 31.12.2021), ci consegnano un quadro drammatico rispetto alla cronica carenza di personale sanitario presso l’ASST di Lecco.

A questo quadro devastante sta per aggiungersi la mancata applicazione dei tempi di vestizione, normati dal 21 maggio 2018 dal CCNL di riferimento, ad oggi non riconosciuti ai lavoratori che prestano servizio presso l’ASST di Lecco, sebbene l’azienda ne abbia definito l’applicazione con apposita Regolamentazione Aziendale: ASSURDO!

Senza contare che l’ipotesi di accordo, che l’azienda intende sottoscrivere con alcune sigle sindacali non solo disciplina una materia (tempi di vestizione), che non è oggetto di contrattazione con le organizzazioni sindacali (tranne per l’eventuale innalzamento dei tempi previsti dal CCNL, nelle situazioni di elevata complessità nei reparti o nel caso in cui gli spogliatoi non siano posti nelle vicinanze dei reparti), ma addirittura certifica il debito maturato dall’azienda nei confronti dei dipendenti, riconoscendone il diritto alla fruizione dilazionata in tre anni: debito che si aggiunge ad altro debito, con un canale di “recupero preferenziale” di queste ore rispetto alle ore accumulate dal personale in servizio, al di fuori dell’applicazione dei tempi di vestizione.

Secondo quanto previsto dall’ipotesi di accordo, infatti, per la mancata applicazione dei tempi di vestizione dal 21 maggio 2018 al il 31 ottobre 2022, sarà consentito ai dipendenti il recupero di 5 giornate all’anno per tre anni, prioritariamente rispetto alle ore accumulate dal personale in servizio ad altro titolo (straordinario a recupero): una sorta di semaforo verde per il recupero delle ore accumulate per la mancata applicazione da parte dell’azienda dei tempi di vestizione, in contrasto con il semaforo rosso per il recupero delle altre ore.

L’ipotesi di accordo ribadisce il diritto irrinunciabile del lavoratore alle ferie, ma trascura l’attuale assenza di un piano di smaltimento delle ferie arretrate, che consenta ai lavoratori il godimento delle giornate maturate e non fruite nelle annualità di riferimento.

Come FP CGIL abbiamo da tempo richiesto un piano credibile di smaltimento delle ferie e delle ore a recupero, realizzabile solo attraverso un piano straordinario di assunzioni: la cronica carenza di organico è il principale motivo dell’incremento delle ore a recupero e delle ferie arretrate.

Per tutte queste motivazioni, come FP CGIL di Lecco rigettiamo l’ipotesi di accordo proposta dall’azienda e condivisa da alcune sigle sindacali,

chiedendo l’immediato pagamento ai dipendenti dell’ASST di Lecco degli arretrati maturati fini ad oggi a titolo di tempi di vestizione: i tempi di vestizione, cosi come incardinati nel CCNL di riferimento, risultano inquadrati come orario di lavoro e in quanto tali devono essere retribuite con risorse provenienti dal Bilancio aziendale.

La previsione di inserire gli arretrati dei tempi di vestizione 2018/2022 in un percorso di recupero porterà ad un accumulo complessivo di oltre 320.000 ore (150.000 ore a recupero + 177.000 ore a titolo di tempi di vestizione = 327.000 ore) che i dipendenti dell’ASST dovranno recuperare, con un aggravio sui fondi contrattuali: in conseguenza dell’evidente carenza di personale in servizio, per ogni dipendente che rimarrà a casa per effettuare il recupero dei 5 giorni all’anno consentiti dall’ipotesi di accordo, un altro collega dovrà saltare il riposo o le ferie per coprire il turno e il suo rientro in servizio determinerà l’utilizzo di risorse stanziate nell’apposito fondo destinato alla pronta disponibilità, alimentando così un sistema perverso in cui il debito si sposta da un lavoratore all’altro.

Ritenendo che l’accordo che l’ASST di Lecco intende sottoscrivere con alcune sigle sindacali per regolamentare l’applicazione dei tempi di vestizione e consegna dal 21 maggio 2018 al 31 ottobre 2022, vada ad incrementare un debito già insostenibile, come FP CGIL ne contesteremo l’applicazione in tutte le sedi e con ogni forma di lotta e protesta, in quanto lesiva nei confronti dei lavoratori coinvolti.

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