Fumata nera, ieri, alla trattativa di 10 ore con L’Associazione La Nostra Famiglia, che va diritta nella sua decisione unilaterale di cambiare il contratto nazionale agli oltre 2400 lavoratori e lavoratrici sul territorio, portandoli dal ccnl sanità privata al ccnl Rsa e Cdr, cioè delle residenze sanitarie assistenziali e dei centri di riabilitazione.
I sindacati oggi hanno scritto alla Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, al Ministero del Lavoro e all’Associazione proclamando lo stato di agitazione, con sospensione del lavoro supplementare e/straordinario del personale e per dare corso al tentativo obbligatorio di conciliazione. Già preavvisando che “in assenza di qualsiasi riscontro che consenta la rapida conclusione della vertenza” si procederà ad indire lo “sciopero nazionale”.
Nella lettera inviata alle proprie strutture e alle lavoratrici e lavoratori de La Nostra Famiglia, Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl nazionali hanno ribadito di non aver accettato, al tavolo di ieri, “alcun margine di deroga alle clausole contrattuali, né tantomeno la possibilità di un cambio di contratto alla luce, soprattutto, dell’inesistenza delle motivazioni rappresentate” e di essere tornate a dare la disponibilità a proseguire un confronto “per individuare i percorsi necessari e concretamente utili al superamento delle criticità riscontrate e un supporto nelle interlocuzioni con le Regioni, laddove necessario”.
Sulla vertenza sono intervenute anche le categorie sindacali lecchesi, nel cui territorio l’Associazione conta circa 900 dipendenti dei circa 1090 complessivi della Lombardia.
“FP CGIL, FP CISL e FPL UIL hanno da sempre ribadito piena disponibilità a discutere di un piano aziendale per il rilancio dell’Associazione, proprio a partire dai punti di maggiore sofferenza evidenziati dall’analisi dei numeri e delle attività della stessa. Nonostante queste aperture la posizione dell’Associazione resta ancora distante dalle nostre” sostengono.
Con il segretario generale della Fp Cgil Lecco, nonché coordinatore regionale Fp Cgil Lombardia, Catello Tramparulo, che tuona: “Abbiamo verificato i bilanci, il costo del personale non è causa delle problematiche economiche dell’ente. Le lavoratrici e i lavoratori hanno atteso per 14 lunghi anni il rinnovo del loro contratto e ora che è stato siglato non possono essere beffati vedendoselo sostituire con uno peraltro al ribasso. Non si sta giocando a tre carte, qui si tratta della vita delle persone in carne e ossa, nella fattispecie bambine e bambini, chiediamo rispetto”.
“Quello che più colpisce, e che mortifica e fa rabbia alle lavoratrici e ai lavoratori, è l’asimmetria tra la dedizione mostrata nel svolgere le attività erogate per la salute delle persone e la fredda posizione della proprietà, che da questo lavoro trae prestigio e beneficio. La Nostra Famiglia è ritenuta un’eccellenza nel settore della riabilitazione e cura, come anche della ricerca – aggiunge Tramparulo -. Se fallisce il tentativo di conciliazione, la nostra mobilitazione riprenderà, irremovibile, fino allo sciopero generale. Il contratto della sanità privata va difeso, con le legittime aspettative, riconoscimenti, tutele e diritti delle operatrici e degli operatori”.