Sciopero di due ore nella mattinata di oggi, venerdì, dalle 8 alle 10 nei presidi ospedalieri dell’Asst di Lecco, Merate e Bellano. Le lavoratrici e i lavoratori dell’ospedale hanno incrociato le braccia per la tutela della sanità pubblica. La mobilitazione è stata organizzata dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Usb, Nursind e Nursing Up.
“Questo sciopero non vuole arrecare danno all’utenza, ma difendere una sanità che è di tutti – afferma Catello Tramparulo, segretario generale della Fp Cgil Lecco –. La carenza di personale nell’azienda ospedaliera di Lecco è il principale problema. La dirigenza non ammette il problema e intanto a Lecco mancano concorsi per Oss, infermieri e amministrativi. La sofferenza dell’organico è stata evidenziata ancora di più dall’emergenza Covid: 135mila ore di riposo da recuperare, 41mila giornate di ferie arretrate solo nel 2020 e 850 operatori sanitari che hanno contratto il Covid durante i mesi più duri dell’emergenza. Possiamo accettare che la prima ondata di Coronavirus abbia preso tutti alla sprovvista, ma con la seconda e la terza è emerso un palese problema organizzativo. La fatica è tanta, ma la dirigenza non vuole assumere, continuando a ribadire che le soglie minime di accreditamento sono rispettate: non conosciamo l’esatto fabbisogno di nuovi dipendenti, ma potrebbero anche essere un centinaio”. Tramparulo annuncia che ci saranno sviluppi: “Promuoveremo nei prossimi giorni un articolo 28, ovvero porteremo l’azienda davanti a un giudice del lavoro per attività antisindacale. I dirigenti stanno gestendo l’ospedale come pare a loro. Il personale viene sballottato da un reparto all’altro e sempre più persone cercano di andarsene da questa Asst, così i nostri presidi rischiano di diventare ospedali di passaggio. È inaccettabile tutto questo”.
Sulla questione interviene anche Diego Riva, segretario generale della Cgil Lecco. “Abbiamo provato a chiedere aiuto alle istituzioni per far capire loro quante difficoltà ci sono nelle relazioni sindacali con l’Asst – afferma –. Abbiamo provato a mediare, ma non siamo riusciti a evitare questo sciopero. Non è possibile pensare di ringraziare le lavoratrici e i lavoratori della sanità, per quanto fatto in questo periodo di emergenza sanitaria, e poi non garantire ed onorare gusti diritti, a partire dall’applicazione dei contratti nazionali. Ricordo sempre che qui ci sono persone che continuano a fare il proprio lavoro mantenendo alta l’eccellenza grazie al proprio operato”.