Il Tar Lombardia ha sospeso l’ordinanza emessa dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana l’ 8 gennaio scorso, con la quale disponeva il rinvio al 25 gennaio del rientro degli studenti delle scuole superiori al 50% . Il Governo aveva disposto il rientro in presenza degli studenti dall’ 11 gennaio, incaricando i Prefetti di istituire un tavolo di coordinamento per le indicazioni della ripresa delle lezioni in presenza.
I Prefetti avevano disposto in ogni provincia le indicazioni operative alle scuole e ai trasporti per consentire la ripresa delle lezioni in presenza. Come già denunciato dalle Organizzazioni Sindacali la questione è nota da tempo. Le scuole secondarie superiori sono state obbligate alla DAD (didattica a distanza) perché non si è risolto il problema del trasporto pubblico per portare in sicurezza a scuola gli studenti; perchè il problema non è la presenza degli studenti a scuola, perché la loro sicurezza e la loro salute e quella del personale è gestita dal protocollo sulla sicurezza che nelle scuole viene applicato. Ciò che non si è risolto è garantire sicurezza e salute, evitando gli assembramenti, prima e dopo le lezioni.
Il TAR scrive “… l’irragionevolezza della misura disposta, che, a fronte di un rischio solo ipotetico di formazione di assembramenti, anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado, didattica che l’ordinanza neppure indica come causa in sé di un possibile contagio” e che “in sostanza, il pericolo che l’ordinanza vuole fronteggiare non è legato alla didattica in presenza in sé e per sé considerata, ma al rischio di assembramenti correlati agli spostamenti degli studenti”.
Ribadiamo che il conflitto aperto tra Stato e Regioni sulla scuola è drammatico con gravi ricadute sulle scuole che subiscono, non l’interesse della politica sulla scuola per il suo bene ma, a fini elettorali e di contrapposizione politica. Davanti ad una emergenza sanitaria servono decisioni condivise (magari ricordandosi anche di chi opera e lavora nella scuola) su ciò che a parole tutti riconoscono come un bene comune e indispensabile per lo sviluppo del paese. Ricordiamoci che quanto viene decretato ha ripercussioni precise e drammatiche sugli studenti dal punto di vista non solo didattico e pedagogico ma anche psicologico. Urgono indicazioni alle scuole, non si possono lasciare le scuole e le famiglie da sole e nel caos.