Le banche e il sistema produttivo. Fisac: “Ora un confronto per un’occupazione più stabile”

“Ci stiamo confrontando con le associazioni di impresa per imprimere un impulso alla nuova fase congiunturale. Riteniamo infatti che sia utile un tavolo di confronto tra le forze sociali del territorio, in rappresentanza di imprese e lavoratori, e il sistema finanziario e bancario per accompagnare gli sforzi di crescita economico e produttivo in atto ed a sostegno della buona e stabile occupazione”. Interviene così Davide Riccardi, segretario generale Fisac Cgil Lecco, durante il convegno dal titolo “La crisi ed il credito nelle trasformazioni del sistema produttivo: quale ruolo delle banche” alla Camera di commercio di Lecco.

“Durante la crisi, anche nella provincia di Lecco, si è presentato in tutta la sua rilevanza il tema delle sofferenze bancarie – afferma Riccardi -. Intanto il credito alle imprese più piccole si è ridotto. C’è poi la dinamica dei depositi: la crisi ha fatto emergere un atteggiamento difensivo, sia delle famiglie sia delle imprese, portandole a non reinvestire ma ad accumulare le risorse che ottengono. Parlando invece del mondo imprenditoriale, i dati congiunturali segnalano come si stia uscendo dal tunnel già dal 2016, e c’è una minima ripresa in termini di fatturato, ordini. Non si traduce però in una ripresa di occupazione, ma anzi aumenta il precariato”.

Su questo argomento è intervenuto il segretario generale della Cgil Lecco Wolfango Pirelli: “La crisi per noi è stata aumento e crescita di fortissime disuguaglianze. Si è verificata una riduzione del reddito da parte di molti che hanno perso il lavoro. Dobbiamo quindi facilitare la riduzione delle disuguaglianze e le imprese devono tornare a fare piani a lungo termine, con assunzioni a tempo indeterminato”.

Si è parlato anche della struttura del sistema bancario. “C’è un aumento della digitalizzazione – sottolinea Riccardi -, trasformazione organizzativa sul territorio che produce riduzione di sportelli, e quindi dipendenti, ma anche ipotesi organizzative che parrebbero orientarsi a un allontanamento ulteriore dal territorio”.

 

Qui sotto l’intervista di Radio Articolo 1 a Davide Riccardi:

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