LEGGE DI BILANCIO 2026: GIUDIZIO COMPLESSIVAMENTE NEGATIVO

Sabato 25 ottobre la CGIL scende in piazza per proporre un’agenda economica e sociale alternativa a quella del Governo, impegnato nell’approvazione di una Legge di Bilancio che, se dovesse essere confermata la bozza, peggiorerà le condizioni di vita e di lavoro della stragrande maggioranza di lavoratori e pensionati. La CGIL, insieme alle altre organizzazioni sindacali, aveva presentato all’esecutivo un pacchetto di richieste finalizzate ad affrontare una questione salariale che è ormai diventata vera e propria emergenza sociale. Due in particolare i punti: detassazione degli aumenti contrattuali e restituzione del drenaggio fiscale, ossia quel meccanismo iniquo per cui, quando l’inflazione aumenta i redditi, i lavoratori si ritrovano nello scaglione fiscale superiore e devono così pagare più tasse, senza che vi sia un reale aumento del loro potere d’acquisto (questo accade perché le aliquote fiscali non sono automaticamente adeguati all’inflazione). Il Governo ha preso in considerazione solo la detassazione dei rinnovi dei CCNL, peraltro limitandola fortemente: si parla di un’aliquota del 5% prevista solo per i redditi fino a 28.000 euro, mentre per le altre fasce di reddito interverrà la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33%; sul fiscal drag, che tra il 2022 e il 2024 ha sottratto ben 25 miliardi di euro a lavoratori e pensionati, nulla.

Altro lato negativo della Manovra riguarda le pensioni. Dopo promesse elettorali e continui slogan sul superamento della Legge Fornero, questo Governo è riuscito nell’impresa di peggiorare proprio quel provvedimento tanto criticato. Si andrà in pensione sempre più tardi e sempre più poveri: Quota 103 (62 anni e 41 di contributi) verrà ricalcolata interamente col sistema contributivo e l’assegno pensionistico subirà pesanti penalizzazioni; per beneficiare dell’APE Sociale serviranno 63 anni e 5 mesi invece dei 63 anni attuali; Opzione Donna non verrà rifinanziata. Dal 2027 si andrà in pensione con 67 anni e 3 mesi d’età per la pensione di vecchiaia, 43 anni e 1 mese di contribuzione per quella anticipata, e dal 2029 ancora più tardi: 67 anni e 5 mesi per la pensione di vecchiaia, 43 anni e 3 mesi per quella anticipata.

Non c’è nulla di casuale in tutto questo. Avallando il drenaggio fiscale e ponendo delle strette al sistema previdenziale, il Governo intende scaricare sui soliti noti i costi degli gli equilibri di finanza pubblica, zavorrati per di più da una folle corsa al riarmo che costerà alle casse statali 23 miliardi di euro solo per i prossimi tre anni. Nemmeno un piccolo contributo viene richiesto a chi se lo potrebbe permettere: della tanto decantata tassa sugli extraprofitti delle banche, infatti, non c’è più traccia.

Diego Riva, Segretario generale della CGIL Lecco: “La CGIL non può rimanere ferma di fronte a questa intollerabile ingiustizia: la Legge di Bilancio colpisce chi lavora e tutela i privilegi, quindi va cambiata per fermare il drammatico impoverimento delle persone. Diciamo no al riarmo e all’austerità e ci mobilitiamo per un’economia fondata su lavoro di qualità e giustizia sociale.” Prosegue Riva: “Nel Paese qualcosa sta cambiando e lo abbiamo visto anche a Lecco lo scorso 3 ottobre in occasione dello sciopero generale per la Global Flotilla, che ha visto la partecipazione anche di tanti giovani pronti a chiedere voce e spazio e a mettersi in gioco per un società diversa, più giusta e solidale. Sabato prossimo a Roma saremo in tanti perchè vogliamo dare continuità a questa mobilitazione.”

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