Maggi catene, Fiom: “L’azienda sta pensando a un concordato”

Incontro tra organizzazioni sindacali e dirigenza della Maggi catene per parlare del futuro dell’azienda. È andato in scena nel pomeriggio di martedì 6 febbraio negli uffici dell’azienda di Olginate per discutere della procedura di ammissione al concordato preventivo in bianco. Al tavolo, da una parte, Domenico Alvaro (Fiom Cgil), Marco Oreggia (Fim Cisl) e i responsabili dell’ufficio vertenze dei due sindacati, dall’altra l’amministratore unico della società Corrado Maggi, la sorella Chiara, l’avvocato Barbara Schiavo, Giorgio Airoldi di Confindustria e i commercialisti che hanno il compito di preparare il piano richiesto.

“L’avvocato ci ha comunicato che la società deve prendere una decisione se procedere per una ristrutturazione del debito o di un concordato in continuità – spiegano Alvaro e Oreggia –. Probabilmente si porterà avanti la seconda ipotesi. Per i lavoratori comunque non cambierà molto, in ogni caso ora stanno facendo le analisi del caso”. Intanto il Tribunale non ha ancora emesso la pubblicazione e nominato un commissario. Quindi ancora non ci sono i termini per la presentazione del piano che potrebbero essere 60 o 120 giorni con possibilità di proroga. I 66 dipendenti hanno arretrati differenziati: coloro che stanno peggio devono ancora ricevere gli stipendi dal mese di ottobre, tredicesima compresa. “Abbiamo chiesto il pagamento di gennaio, ma ci è stato risposto che il tipo di procedura avviata non permette il pagamento di debiti pregressi il 31 gennaio. Abbiamo quindi ribadito che è possibile chiedere autorizzazione al Tribunale per il versamento della mensilità, comparando i lavoratori ai creditori strategici. Così ci hanno detto chiaramente che l’azienda non ha liquidità”.

Diverso è il caso dello stipendio di febbraio. “L’azienda si rende disponibile a concedere l’anticipo nei prossimi giorni e il saldo al 10 marzo prossimo”. Per quanto riguarda la produzione i vertici della Maggi hanno detto che “il lavoro c’è, il problema è strettamente finanziario”. L’elemento di preoccupazione riguarda anche l’aspetto dei futuri pagamenti a partire dal 10 marzo. “L’avvocato ha risposto che la procedura che vogliono realizzare dà garanzie perché l’azienda non può creare nuovi debiti”. Appena ci saranno novità significative le due parti si ritroveranno al tavolo.

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