Iniziative antifasciste e antirazziste anche a Lecco. Dopo i fatti di Ostia, Como e Macerata – passata da pochi giorni la manifestazione di Roma – la Cgil di Lecco, insieme a Libera, Anpi, Arci, Cisl, Uil e altre associazioni, porta avanti una raccolta firme per impedire eventi di stampo razzista e neofascista.
“Il consiglio comunale del capoluogo, poche settimane fa, ha vietato la concessione di piazze e locali ad associazioni vicine al fascismo, e questo è un bene – afferma il presidente di Anpi Lecco Enrico Avagnina –. Adesso noi cerchiamo la collaborazione con tutte le associazioni e le realtà democratiche. Torneremo con i banchetti nelle piazze per raccogliere firme e parlare con le persone. L’antifascismo è una battaglia culturale, per troppo tempo è stato definito vetusto e obsoleto, ma non è così. E in particolare bisogna prestare attenzione al web, dove si diffondono queste organizzazioni”.
La prima grande iniziativa di questo stampo sarà il prossimo mercoledì 7 marzo, con la cerimonia di ricordo degli scioperi del 1944. “Come ogni anno organizziamo l’evento – spiega Wolfango Pirelli, segretario generale Cgil Lecco –. Ricorderemo Pino Galbani, deportato che ci ha raccontato spesso cosa ha portato il ventennio in Italia. Siamo in prima linea contro le associazioni neofasciste, come quella volta che organizzammo un picchetto, proprio al parco 7 marzo, contro la presenza di Roberto Fiore in città, leader di Forza Nuova”.
Giovanni Gianola (Cisl Monza e Brianza) sottolinea come “i sindacati confederali portino la bandiera antifascista all’interno delle sedi insieme ai delegati. Il mondo del lavoro – prosegue – fa una scelta netta di campo e siamo uniti contro fascismo e razzismo”. Guerrino Donegà parla come portavoce di Libera, che dà un’adesione convinta e coerente con i suoi valori in continuità con la sua storia: “La difesa della legalità è ancorata ai valori fondamentali della Costituzione, giustizia sociale e partecipazione alla vita democratica”.
Davide Ronzoni, presidente di Arci Lecco, ricorda le violenze subite dai circoli in Lombardia da parte di schieramenti di estrema destra negli ultimi anni. “A Pavia, per esempio, ci sono stati veri e propri pestaggi. Tengo a portare all’attenzione un report pubblicato da Amnesty international dopo uno studio su dichiarazioni e profili Facebook di alcuni candidati alle prossime elezioni. Si sono concentrati principalmente su migranti, rom, comunità Lgbt e donne. Il 50% di manifestazioni di odio sono attribuite alla Lega, il 27% da Fratelli d’Italia, il 18% da Forza Italia”.
A Matteo Salvini si imputano 80 frasi di questo tipo, a Giorgia Meloni 61, a Roberto Fiore 12, a Silvio Berlusconi 7, a Simone Di Stefano (Casa Pound) 5, a Raffaele Fitto (Noi con l’Italia) 3.