“La nostra strategia deve essere più articolata e rivolta ad un ambizioso obiettivo, quello di cambiare un modello di sviluppo sociale e culturale che, oggi non funziona più. Le mobilitazioni tradizionali sono importanti ma dobbiamo andare più a fondo per riuscire a rimettere al centro il valore delle persone e il valore del lavoro e dei lavoratori che devono venire prima del profitto”. Il Segretario Generale della CGIL Nazionale Maurizio Landini è intervenuto questa mattina, lunedì 8 aprile, all’Assemblea Generale della CGIL Lecco e a quelle delle categorie territoriali riunite congiuntamente al Politecnico di Lecco: un importante appuntamento per fare il punto sulle iniziative dei prossimi mesi, prima su tutti la raccolta firme per il referendum della CGIL su licenziamenti e appalti, ma anche riflettere sulla situazione politica ed economica del territorio e del paese.
Nel suo lungo intervento Landini ha toccato diversi temi, ribadendo le priorità del sindacato tra cui, al primo posto, la lotta al precariato: “Oggi l’ingresso nel mondo del lavoro è precario e quando si è precari si è più deboli e più attaccabili, si perde la libertà – ha dichiarato il Segretario Generale – La cosa inammissibile e che ci deve fare pensare è che molti giovani sono disillusi e non contemplano nemmeno un’opzione diversa da questo. Condivido alcuni dati del 2023 di Inap, istituto di ricerca italiano: da gennaio a settembre su quasi 7 milioni di contratti di lavoro avviati solo il 16% sono stati a tempo indeterminato”.
Landini ha poi parlato della situazione europea, ricordando la necessità di avere “un’Europa che ragioni da Europa e non per singoli Stati, per riuscire a fare fronte ad una crisi imperante, anche demografica” e di quella italiana, con netto schieramento contro le politiche del Governo: “Più volte abbiamo chiesto e cercato un confronto, senza riuscirci – ha commentato – Ciò a cui stiamo assistendo è di fatto l’utilizzo del Parlamento per scardinare la Costituzione attraverso leggi delega su fisco e salari e anche il premierato. Una linea che di fatto nega alle confederazioni sindacali il diritto, costituzionalmente riconosciuto, di esistere e di rappresentare tutti i lavoratori, anche quelli che hanno votato per questo Governo, come ho ricordato più volte alla Presidente del Consiglio”. “Noi non stiamo vivendo una situazione normale – ha continuato Landini – quando questi diritti vengono messi in discussione vuol dire che chi è al Governo non sta governando ma sta comandando. E democrazia vuol dire non solo andare a votare ma confrontarsi continuamente con i cittadini e i lavoratori, cosa che questo Governo non sta facendo. In un paese dove il 50% delle persone non va a votare vuol dire che le cose non vanno per il verso giusto e che c’è una rassegnazione diffusa”.
Quindi l’appello finale a una battaglia sindacale, politica e culturale: “Per cambiare il modello di sviluppo, affrontando il tema del precariato con la volontà di contrastarlo, altrimenti sarà difficile uscire da questa situazione” ha concluso Landini. Battaglia che passerà anche attraverso due appuntamenti imminenti, ricordati durante l’assemblea: lo sciopero generale del settore privato l’11 aprile e la manifestazione a Roma del 20, insieme alla UIL. Quindi la campagna referendaria con al centro la tutela contro i licenziamenti illegittimi, il superamento della precarietà, la sicurezza nel lavoro in appalto.