Sono passati 76 anni dal 25 aprile 1945. Ma ancora oggi la Liberazione è una festa da ricordare e celebrare.
Il 25 aprile rinvia al coraggio, alla lotta e al sacrificio di tante donne, uomini, giovani che in forme e modi diversi si batterono contro la dittatura e l’occupazione. Un evento che porterà nelle case e nelle coscienze di tutta Italia la centralità della Resistenza nella conquista della libertà e nel processo di ricostruzione materiale, democratica e civile del Paese dopo gli incalcolabili danni – guerra, miseria, leggi razziste, stragi contro innocenti – provocati dal fascismo e dal nazismo. Queste ideologie di violenza e prevaricazione ancora oggi sopravvivono nelle frequenti espressioni e azioni di odio e razzismo, in particolare nella comunicazione web e social.
Proprio per questo come Sindacato confederale non ci stancheremo mai di parlare delle lavoratrici e dei lavoratori che contribuirono alla Liberazione, con scioperi e sabotaggi, aiutando fattivamente l’azione partigiana, indebolendo il regime dittatoriale. Un nome su tutti, Giuseppe “Pino” Galbani, arrestato a seguito degli scioperi del 7 marzo 1944 insieme ad altri quaranta operaie e operai e successivamente deportato a Mauthausen. Tra i pochissimi sopravvissuti, tornò a Lecco a fine giugno del 1945 e fu testimone instancabile degli orrori della Shoah.
Siamo ancora nel vivo del dramma pandemico – con una nuova accelerata dei contagi che ha prodotto la necessaria chiusura di tante regioni – e non sappiamo quando il futuro prossimo potrà riservarci un ritorno alla vita normale. Oggi è difficile “festeggiare”, ma è doveroso riflettere, essere solidali con chi sta soffrendo e con coloro che cercano di salvare tante vite, con un sacrificio personale di grande rilievo e di grande pericolosità. Il 25 aprile può e deve costituire ancora uno stimolo alla speranza, alla vitalità delle idee, alla partecipazione.
Ma se la memoria deve essere prima di tutto conoscenza e consapevolezza, il 25 aprile dobbiamo necessariamente guardarci attorno e pensare al futuro, che per molti si profila pessimo, estremamente difficile, fortemente pericoloso. Sono già fin troppo evidenti gli effetti economici e sociali di questa pandemia, che si aggiungono alla grave crisi economica del 2008. E come sempre (l’esperienza degli anni Venti insegna) situazioni del genere sono molto pericolose per la stessa democrazia.
“Festeggiare” il 25 aprile significa ancora oggi capire anche il presente e prepararci per l’avvenire. Perché toccherà di nuovo ai più consapevoli (e speriamo siano la maggioranza del Paese) prendere in mano il destino proprio e quello della nazione, combattendo le disuguaglianze e la povertà, creando condizioni di lavoro e di vita improntate ad una profonda socialità. Occorrerà un impegno fortissimo di quanti amano la libertà e credono nella Costituzione, fare tutto il possibile per fronteggiare non solo i guasti della pandemia , ma anche i problemi economici e sociali correlati che stanno affliggendo il Paese.
Facciamo appello allora a tutti gli Amministratori, ai Dirigenti scolastici e a tutti i media, affinché ognuno nel proprio ambito e con senso di responsabilità, contribuisca attivamente alla celebrazione di questo momento di unità nazionale intorno ai valori e ai principi dell’antifascismo, fondativi della Repubblica e della Costituzione.
Buon 25 aprile a tutte e a tutti!
il Segretario Generale della Cgil Lecco
Diego Riva
il Segretario Generale della Cisl Monza Brianza Lecco
Mirco Scaccabarozzi
il Segretario Generale della Uil del Lario
Salvatore Monteduro
il Presidente di Anpi provinciale di Lecco
Enrico Avagnina