Fiom, Husqvarna: lettera aperta dei dipendenti. “Vogliamo essere trattati come persone”

Di seguito la lettera aperta in cui i lavoratori in presidio fuori dalla Husqvarna di Valmadrera spiegano la propria posizione.

 

Con la presente lettera vogliamo comunicare la nostra situazione disagevole riguardo la presa di posizione di una buona parte dei lavoratori di presidiare l’esterno dell’azienda giorno e notte, sottolineando che abbiamo sempre ritenuto di farne parte, facendo sempre il nostro dovere.

Purtroppo, nostro malgrado, questo è stato smentito dalle prese di posizione della direzione, soprattutto di questi ultimi anni. Ma è soprattutto in questi ultimi mesi che la situazione è degenerata.

Tanto è vero che, a fronte di svariate comunicazioni, soprattutto quella inerente alla chiusura, la scelta dell’amministratore è stata nuovamente di interpellare una parte di lavoratori, escludendone altri.

A nostro avviso questo è stato un comportamento discriminante. Non solo, alcune ore prima di tale comunicazione è stato dato ordine di installare telecamere di sorveglianza all’esterno dell’azienda. Come se il nostro presidio possa rappresentare un pericolo, ma non capiamo il motivo. Inoltre, il giorno 29 maggio 2019, in mattinata, una figura che si occupa di sicurezza ha fatto ingresso in Husqvarna Valmadrera, per rimanere tutto il giorno, ma non ne comprendiamo la necessità.

Il dubbio ci sorge riguardo un altro evento, che non nascondiamo ci abbia lasciati sgomenti. In questi giorni un corriere di Amazon ci ha lasciato frettolosamente un pacco personale per l’amministratore e quindi lo abbiamo subito inserito nella casella postale, senza maneggiarlo o aprirlo, per rispetto.

Questo gesto non è stato assolutamente apprezzato dalla direzione che ha comunicato l’intenzione di denunciare le persone coinvolte, che però hanno agito in totale buona fede. Possiamo credere che la direzione abbia pensato che i dipendenti dal sito di Valmadrera, anziché lavoratori, in realtà potessero e possano essere visti come vandali?

Altro punto dolente riguardo il presidio è l’indifferenza mostrata negando la concessione all’uso dei servizi igienici aziendali. Questo è stato un elemento di umiliazione per i lavoratori, sottolinea il distacco totale della direzione, soprattutto perché la multinazionale ha sempre avuto un codice etico. Non abbiamo sempre condiviso le scelte di questa dirigenza, ma nonostante tutto le abbiamo metabolizzate con sacrificio, pur di proseguire nell’attività lavorativa e non pregiudicare il nome Husqvarna.

La divisione dei lavoratori alimentata negli anni ad opera dell’azienda, anche nell’utilizzo arbitrario della cassa integrazione, ha condotto una buona parte dei dipendenti a una notevole perdita economica, quindi al minore sostentamento alle proprie famiglie, non maturando vari istituti. Impossibilitati anche alla trattativa di un premio di produzione, pur sapendo e denunciando sprechi economici ed erogazioni di premi solamente ad alcune figure all’interno dell’azienda.

Nonostante tutto, come se non bastasse, tra il 2017 e 2018 sono state fatte scelte di investimento relative a un impianto di produzione che doveva occupare 80 persone, con un notevole target produttivo. Questa scelta azzardata si è dimostrata sbagliata e non coerente con le logiche di mercato.

Tutto ciò che abbiamo citato sino ad ora è per ribadire che desideriamo essere considerate persone. Desideriamo semplicemente dignità, in quanto il nostro lavoro è stato fondamentale come quello dei livelli dirigenziali. Anche se la dirigenza non sembra esserne consapevole.

L’azienda Husqvarna siamo tutti noi. Non esistono gerarchie di fronte a una situazione così critica. I risultati raggiunti in questi anni in termini produttivi e qualitativi, come sottolineato dai documenti, ci sono stati anche grazie a noi operai, che abbiamo contribuito alla ricchezza del gruppo Husqvarna e alla sua immagine. Nonostante le difficoltà tutti noi desidereremmo continuare il nostro percorso lavorativo al suo interno.

I lavoratori della Husqvarna di Valmadrera

 

 

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