Nelle ultime settimane sul tema della proroga delle supplenze nella fase di sospensione della didattica si sono susseguite una serie di misure: il decreto “cura Italia”, con l’art 121; la nota 392 del 18 marzo e da ultimo la nota 8615 del 5 aprile.
Il decreto ha previsto che benché la didattica sia sospesa, al fine di favorire la continuità occupazionale dei docenti precari, le scuole possano prorogare i contratti di supplenza breve e saltuaria e che, sempre nel limite delle risorse disponibili, anche per il personale ATA possano essere predisposti nuovi contratti di supplenza durante la fase dell’emergenza.
La norma adotta una misura condivisibile, perché è chiaro che molti supplenti si sono ritrovati a perdere il contratto e in questa situazione di emergenza e la proroga può garantire loro una continuità di reddito.
Sull’argomento è poi intervenuta la nota 392 del 18 marzo 2020, che ha affermato che i contratti in essere di supplenza breve e saltuaria dei docenti possono essere prorogati anche se rientra il titolare, senza tuttavia chiarire se la proroga possa essere disposta per l’intero periodo dell’emergenza, come sarebbe stato sensato, oppure solo dal 17 di marzo.
Infine la nota 8615 del 5 aprile ha affrontato diversi aspetti finanziari, contribuendo a dare un’interpretazione ulteriormente restrittiva nella norma di legge, tanto che è stato cancellato dal sidi anche il nodo N19 utilizzabile per l’inserimento dei contratti.
Alla luce di queste indicazioni varie e non sempre coerenti, abbiamo chiesto al ministero di chiarire che la proroga debba riguardare i docenti anche in caso di rientro del titolare, che la proroga sia garantita anche agli ATA in assenza del titolare e che l’applicazione delle proroga possa decorrere dall’inizio dell’emergenza. Per spazzare via qualsiasi dubbio interpretativo abbiamo chiesto alle commissioni parlamentari di precisare la formulazione dell’art. 121 in sede di conversione in legge del DL “Cura Italia, presentando un emendamento ad hoc.
È fondamentale che in questa situazione così delicata le scuole e il personale possano avere indicazioni coerenti tali da garantire un’applicazione sensata delle norme e efficace rispetto agli obiettivi che il legislatore si è posto.