L’ordinanza di Regione Lombardia, di ieri, che imporrebbe a tutte le scuole secondarie e ai percorsi di istruzione e formazione professionale di organizzare la scuola solo con la didattica a distanza (DAD) per l’intero gruppo classe, non solo è sbagliata ma è nei fatti inapplicabile.
Al tavolo permanente regionale presso l’Ufficio Scolastico Regionale, convocato per oggi, abbiamo dichiarato la contrarietà all’ ordinanza e richiesto a Regione Lombardia di fornire urgenti chiarimenti:
L’ ordinanza non prevede la chiusura della scuola ma la DAD per tutti salvo, però, condizioni per effettuarla (dal 26 ottobre), salvo presenza di studenti con bisogni educativi speciali (BES), studenti diversamente abili e per le attività di laboratorio.
Domande:
1- Qual è la definizione di laboratorio? Oltre che per gli istituti tecnici e professionali per i quali i laboratori risultano insostituibili come faranno i licei musicali, coreutici, musicali e artistici ?
2- L’educazione fisica è considerata attività laboratoriale?
3- Gli alunni con bisogni educativi speciali e gli studenti diversamente abili saranno quindi gli unici a rimanere in classe senza i propri compagni?
4- Come si organizza tutto questo? Entro il 26 le scuole dovranno interloquire con il sistema dei trasporti, modificare l’utilizzo dei locali di laboratorio, coordinarsi con le altre scuole per la gestione dei docenti in comune… Si è lavorato per mesi per garantire l’alternanza tra attività in presenza e quella a distanza per assicurare distanziamento, sicurezza sanitaria, gestione oculata dei sistemi di trasporto e adesso in tre giorni le scuole (che sempre hanno dimostrato collaborazione e capacità di resilienza) devono fare… il miracolo.
Siamo consapevoli del preoccupante andamento della curva epidemica ma siamo altrettanto consci degli effetti di esclusione dal diritto allo studio che il ritorno alla prevalenza della didattica a distanza rischia di produrre, sommandosi ai ritardi nell’apprendimento già cumulati e che abbiamo più volte evidenziato. Purtroppo dovremo convivere con il virus ancora per qualche tempo. E’ quindi opportuno pensare ad una organizzazione della scuola che garantisca nel tempo vera didattica.
Ø Se il tema deriva dalla mobilità prima e dopo le lezioni (perché a scuola la sicurezza è garantita lo ha affermato lo stesso assessore Rizzoli), si ragioni sul tema dei trasporti, come da tempo chiediamo. Implementare il numero dei mezzi di trasporto (pubblici e privati) consentirebbe di ridurre il rischio di contagio sui pullman.
Ø Se il tema è individuare e bloccare sul nascere i focolai si agisca ampliando i punti di controllo magari anche presso le scuole.
Ø Se il tema è evitare sovraccarichi sul servizio sanitario si faccia una campagna a favore dei vaccini antinfluenzali per il personale scolastico e gli studenti.
Siamo preoccupati per la ricaduta sulle studentesse e sugli studenti di un ritorno ad una scuola in DAD: grande sarà il contraccolpo psicologico e grave la ricaduta in termini di apprendimento; sappiamo che la DAD (oggi DDI: didattica digitale integrata) non ha raggiunto durante il lockdown tutti gli studenti.
I dirigenti scolastici, il personale docente e non docente hanno fatto miracoli per riportare le ragazze e i ragazzi a scuola in presenza. Già ora la scuola secondaria superiore adotta in maggioranza DDI e scuola in presenza.
E’ necessario che tutto ciò venga salvaguardato.
Chiediamo quindi che:
- si precisi che quanto scritto nell’ordinanza è una raccomandazione (del resto alternanza scuola e casa è già realtà come pure ingressi separati e scaglionati);
- si dica che solo le situazioni critiche di particolare rischio, individuate specificatamente dalle autorità sanitarie nei tavoli territoriali, siano quelle in cui si debba intervenire con modifiche organizzative e didattiche, rispetto all’ esistente, da parte delle scuole.
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