“In treno per la Memoria”. Il racconto dei lecchesi che hanno partecipato al viaggio

Sono partiti dal binario 21 alla stazione Centrale di Milano per raggiungere la Polonia e, soprattutto, il campo di concentramento di Auschwitz. Un’esperienza non facile, a tratti dolorosa, ma sempre interessante e significativa per 800 lombardi, tra cui 55 lecchesi. Anche quest’anno l’iniziativa In treno per la Memoria, organizzata da Cgil, Cisl, Uil, ha riscosso successo, portando studenti, lavoratori e pensionati nei campi di sterminio per capire come era la vita al loro interno. Da Lecco sono partiti gli studenti del liceo Grassi, dell’istituto Badoni, dell’istituto Greppi di Monticello e del Fumagalli di Casatenovo. Con loro anche una delegazione di sindacalisti, tra cui il segretario generale della Cgil provinciale Diego Riva.

“La partecipazione è stata vissuta intensamente per tutto il viaggio – racconta -. Gli studenti hanno continuato a lavorare con i professori e con le persone che hanno voluto partecipare ai laboratori didattici sul treno”. Poi, una volta arrivati a destinazione, sono iniziate le visite guidate. “Tutto il viaggio ha lasciato dei valori e ha fatto rivivere un pezzo di storia – prosegue Riva -. Non c’è dubbio che stiamo parlando di una delle iniziative più importanti che la Cgil organizza da molti anni e che continuerà a portare avanti insieme agli altri sindacati. Si tratta infatti di un’esperienza che serve tantissimo, che permette di conoscere il passato per vivere il presente. E adesso che siamo tornati da qualche giorno vogliamo cercare di far vivere l’esperienza perché questi momenti non restino fine a se stessi. Tutti hanno colto quanto sia importante evitare che quanto visto nei lager torni in futuro. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia ascoltando persone che dicono che queste atrocità non si ripeteranno, perché già troppe cose non stanno andando nella direzione giusta”.

Sono stati soprattutto i comportamenti dei ragazzi a colpire gli adulti. “È stato piacevole vedere i giovani così composti per tutto il viaggio – afferma Ausilia Fumagalli -. Siamo abituati a ragazzi più esuberanti, ma quei luoghi hanno dato una compostezza notevole. Probabilmente erano già pronti e preparati. Consiglio l’esperienza a tutti, anche perché si impara tantissimo. Avevo già visto il lager di Mauthausen, ma Auschwitz e Birkenau danno proprio il senso della follia umana. Aleggia la morte”.

È dello stesso parere Cristina Risposi. “Ho osservato il lavoro dei ragazzi dell’istituto Badoni perché li conosco. Sono stati molto seri e attenti quando erano nei campi di concentramento. Mi ha colpito il silenzio mentre eravamo in coda per entrare, ho visto ragazzine commosse. Ho cercato di prepararmi psicologicamente perché temevo di stare male, ho percepito che lì è successo qualcosa. C’è una percezione molto netta. Un altro momento intenso ha riguardato la commemorazione a Birkenau: tantissimi ragazzi si sono avvicinati al monumento che ricorda l’olocausto e molti studenti hanno detto cose belle e intense. Anche i lavori realizzati in preparazione del viaggio erano notevoli”.

QUI IL DIARIO DI UNA PARTECIPANTE

 

 

Precedente

Prossimo