Centinaia di persone si sono ritrovate per il presidio organizzato dal Coordinamento Noi tutti migranti a Lecco per l’iniziativa nazionale “L’Italia che resiste” contro le scelte inumane di chi vorrebbe lasciare morire in mare chi scappa dalla guerra, dalla fame e dalla povertà.
Sabato pomeriggio, poco dopo le 14, in piazza Armando Diaz, proprio di fronte al municipio, un corposo gruppo di cittadini lecchesi si è ritrovato per manifestare contro le politiche portate avanti dal governo Conte.
Siamo qui perché
Ancora una volta c’è bisogno di alzare la voce di fronte al razzismo e all’intolleranza sempre più dilaganti in un paese dove sembra sempre più flebile la voce di chi interpretando i valori più autentici e radicati nella nostra umanità, nella nostra cultura e nel nostro ordinamento giuridico fondato sulla costituzione, continua instancabilmente a salvare, accogliere, e dare ascolto alle persone che continuano malgrado tutto ad intraprendere un viaggio spesso mettendo a rischio la vita alla ricerca disperata di un futuro.
Ancora una volta per dire che non ci sentiamo rappresentati da chi fomenta odio e paura e continua ad indicare come nemici gli ultimi della terra, i più disperati, quelli che non vedono un futuro
Noi pensiamo invece che non può esistere un futuro nemmeno per noi, un futuro giusto se lasciamo indietro qualcuno, se ci giriamo dall’altra parte, se facciamo finta di non sentire le grida di dolore.
Se continuiamo a dire che debbono occuparsene altri e non è affare nostro.
Voglio dire anche a chi afferma che la riduzione di sbarchi è un fatto positivo, che questa cosa non può lasciarci tranquilli, perché nel mediterraneo continuano i naufragi e le morti, perché le persone restano bloccate in Libia nelle condizioni che ci sono state raccontate ancora l’altro giorno dai naufraghi della SEA WATCH, che le hanno subite sulla loro pelle, fame, schiavitù, violenza, stupri e torture.
La soluzione non è dare aiuti alla Libia, la soluzione è costruire corridoi umanitari per consentire l’evacuazione di queste persone.
Siamo qui per dire che il Decreto sicurezza è profondamente sbagliato, perché non esiste una emergenza sicurezza in Italia, senza sottovalutare i fatti di cronaca nera che pure esistono e vanno combattuti con gli strumenti esistenti. I dati ci dicono che l’Italia è uno dei paesi più sicuri d’Europa. Il Decreto sicurezza è sbagliato perché mette assieme immigrazione e sicurezza dei cittadini alimentando il pensiero che l’insicurezza è colpa dei migranti mentre è esso stesso che creerà insicurezza con le misure sull’immigrazione, con lo smantellamento del sistema di accoglienza dei CAS, un modello che pur con diverse anomalie ed abusi, ha rappresentato in gran parte un sistema efficace, umano ed invidiato da molte parti. Come nel nostro territorio in particolare dove con l’Accordo per un’accoglienza diffusa ha trovato una declinazione indicata come esempio virtuoso per tutto il paese.
Un modello che, ci auguriamo, possa trovare una rideterminazione nonostante le strette del del decreto sicurezza, attraverso l’impegno congiunto degli enti locali con le associazioni di volontariato e il terzo settore, per ricostruire un sistema in grado di sostenere e tamponare le pesanti ricadute che la eliminazione del Permesso per motivi umanitari e le estromissioni dai centri potrebbero determinare su gran parte dei richiedenti ancora ospiti nel nostro territorio.
Ed ancora per dire no al Decreto Legge Sicurezza che con spirito ingiustamente punitivo frappone nuovi ostacoli ai processi di piena integrazione giuridica (come l’allungamento a 4 anni del procedimento di concessione della cittadinanza italiana), dei migranti presenti in Italia da molti anni.
Per tutte queste ragioni e molte altre, siamo qui a riaffermare il nostro impegno, la nostra determinazione a rappresentare e ad interpretare la parte giusta dell’Italia, quella che resiste!
Guerrino Donegà
Coordinamento Noi tutti migranti