Care/i compagne/i,
ieri sera è stata scritta una delle pagine più belle e più significative, di questi ultimi anni, nella storia delle Relazioni Industriali di Poste Italiane. Finalmente, in coerenza con quello che avevamo sottoscritto l’8 febbraio scorso in occasione dell’accordo sulla nuova riorganizzazione di PCL, è stato raggiunto l’accordo sulle politiche attive con una previsione, tra nuove assunzioni e trasformazioni da part time a full time nei tre anni, di almeno 6000 FTE.
Sul merito tecnico dell’accordo vi rimetto al comunicato allegato al verbale di Area Servizi. Però alcune riflessioni politiche le voglio socializzare. Credo che dobbiamo essere orgogliosi, come gruppo dirigente, di ciò che abbiamo realizzato in questi ultimi diciotto mesi: il rinnovo del CCNL, il nuovo accordo sulla riorganizzazione di PCL, essere riusciti in poche settimane a mettere in piedi il Coordinamento elettivo delle RSU in coerenza con il Testo Unico e per ultimo l’accordo sulle politiche attive del lavoro. Tutto ciò si è realizzato, sia al nostro interno che con le altre Organizzazioni Sindacali, in un clima di una ritrovata serenità e collaborazione.
Voglio soffermarmi adesso, più specificatamente, sulle stabilizzazioni dei CTD. Quando la nostra Organizzazione ha avviato, con un forte movimento dal basso, questa battaglia (ricordiamo le decine di manifestazioni in tutto il paese a sostegno di questi Lavoratori promosse dalle nostre SLC territoriali), siamo stati etichettati, dai più buoni, come il gruppo dirigente delle battaglie perse; dai più cattivi, o forse dai più “politicamente miopi”, come dei “criminali” che stavano illudendo migliaia di Lavoratori. Ragazze e ragazzi che, una legislazione sbagliata ed una lettura particolarmente restrittiva di Poste, sembravano irrimediabilmente condannati ad una precarietà senza sbocchi. Questi giudizi, purtroppo, li abbiamo dovuti registrati anche all’interno della nostra Organizzazione.
Nonostante ciò siamo andati avanti, con la schiena dritta e forti delle nostre convinzioni. Oggi i fatti ci hanno dato ragione! Oggi abbiamo portato a casa, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, una grande vittoria politica e, soprattutto, abbiamo dato la certezza di un futuro sereno a migliaia di giovani lavoratrici e lavoratori precari. Voglio considerare questo un punto di partenza e non l’approdo finale.
C’è ancora molto da fare in Poste e nel Paese, per ridare valore alla parola “LAVORO” e renderlo nuovamente strumento di dignità e cittadinanza. Oggi possiamo affermare, senza tema di smentite, che viviamo una di quelle giornate che danno un senso pieno al nostro mestiere di sindacalisti.
Io, come segretario di questo Settore, sono orgoglioso di guidare un gruppo dirigente che ha dimostrato di sapere voler raggiungere questi importanti traguardi politici, per la Categoria e per i Lavoratori che rappresentiamo. Lo abbiamo fatto con modestia, passione e partecipazione. Abbiamo insieme riscoperto una “tensione” ideale ben lungi dal conformismo e dalla subalternità ai più forti che, ancora troppo spesso, avvelenano il nostro Paese.
Adesso ci aspettano altri appuntamenti dirimenti: il nuovo CCNL di Settore, il PDR, gli ulteriori step sulla riorganizzazione di PCL, solo per rammentare i più significativi. Li affronteremo, come sempre, confrontandoci e valorizzando il pluralismo, nella convinzione che, aldilà dei ruoli di responsabilità, non esiste un uomo solo al comando ma un gruppo dirigente che si sa confrontare e che riesce a fare sintesi al proprio interno.
Le battaglie sindacali si possono vincere o perdere, come ci ha insegnato la storia del movimento operaio, ma guai ad evitare di affrontarle per pigrizia o, peggio ancora, con conformismo. Solo così potremmo essere efficaci nelle battaglie e sconfiggere il rischio di lasciare i lavoratori alla solitudine ed alla subalternità del più forte. La chiamano “disintermediazione” ma è una storia vecchia come il mondo: “divide et impera”.
Noi, nel nostro piccolo, oggi abbiamo unito!
Grazie e un abbraccio
Nicola Di Ceglie
segretario generale Slc Cgil