Il 31 dicembre 2021 è scaduto il blocco degli sfratti, una misura presa a livello nazionale per mitigare gli effetti economici della pandemia, che ha comportato una temporanea sospensione della problematica abitativa. In provincia di Lecco, ad esempio, dal picco degli oltre 300 sfratti richiesti e dei 180 effettivamente messi in atto annualmente nei periodi pre-Covid, si è passati ai 115 provvedimenti di sfratto e alle sole 21 esecuzioni del 2020. Parallelamente, però, si sono fermate anche le procedure per l’assegnazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP).
Finora, nel nostro territorio, lo sblocco degli sfratti non ha coinvolto grandi numeri, ma la situazione è molto seria e se non si interviene con tempestività si rischia il dramma sociale. Da tempo Sunia e gli altri sindacati degli inquilini chiedono un intervento concreto da parte delle istituzioni nazionali affinché rifinanzino gli strumenti esistenti per il sostegno all’affitto, tanto più se alle spese per la casa si aggiungono quelle condominiali, il riscaldamento, la luce e l’acqua, le cui tariffe negli ultimi mesi sono aumentate in modo esponenziale.
Nel mese di febbraio il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili ha emanato un Decreto in materia di PINQuA (Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare), che, in linea con la Missione 5 Componente 2 del PNRR, promuove la rigenerazione urbana e prevede uno stanziamento finanziario per la costruzione o riqualificazione di 10mila unità abitative. In questa prospettiva sarà essenziale attivare con le Amministrazioni locali dei tavoli di confronto per monitorare l’implementazione dei progetti e verificare che essi siano effettivamente utili a colmare le disuguaglianze sociali.
Le relazioni tra Sunia e il Comune di Lecco sono in realtà già avviate. Preoccupati per le possibili conseguenze del blocco degli sfratti, abbiamo chiesto e ottenuto dal Comune un incontro sul tema, durante il quale abbiamo registrato una comunione di intenti con l’Amministrazione e la disponibilità di quest’ultima a collaborare con noi per rispondere alle esigenze delle famiglie che non sono in grado di permettersi un alloggio nel libero mercato. Oltre a ciò, l’Amministrazione ci ha fornito dati interessanti in merito al patrimonio abitativo pubblico dell’ambito di Lecco: sono più di 2000 le unità immobiliari di proprietà dei Comuni o di ALER, ma una buona percentuale di queste è sfitta; molti alloggi ERP non sono inseriti nei bandi relativi alle procedure di assegnazioni perché non idonei, quando avrebbero bisogno solo di piccoli interventi di manutenzione per poter essere abitabili.
Viviamo in un territorio che vede il paradosso di una grande presenza di appartamenti invenduti e centinaia di persone che non trovano alloggi accessibili. Il prevedibile aumento di famiglie in difficoltà che si riverseranno sull’edilizia residenziale pubblica a causa delle difficoltà reddituali e dell’impossibilità di acquistare l’abitazione obbliga le istituzioni a una puntuale opera di programmazione, che metta a disposizione più alloggi pubblici e permetta così di soddisfare le richieste di un maggior numero di cittadini.