“Prima di tutto viene la salute”. Diego Riva, segretario generale della Cgil Lecco, non ha dubbi. E spiega così il motivo di alcune piccole, ma significative riorganizzazioni all’interno della Camera del lavoro e delle sedi di zona. In particolare negli uffici del capoluogo è stato creato un percorso con un ingresso e un’uscita, è stata spostata l’accoglienza e si porta avanti il distanziamento, anche negli uffici.
“Nel primo periodo dell’emergenza sanitaria abbiamo investito molto per gestire la sicurezza – afferma Riva –: distanziamento, frequenti soluzioni disinfettanti, pannelli in plexiglass sulle scrivanie e mascherine per tutti. Siamo quindi riusciti a garantire risposte alle persone che avevano bisogno, in totale sicurezza. C’era la necessità di stare vicini, anche psicologicamente, alle persone, aiutandole nelle pratiche, come Isee e dichiarazioni”. Ma ora la situazione è tornata a essere complicata. “Dobbiamo stare ancora molto più attenti – sottolinea il segretario generale –. Gli investimenti di inizio anno sono serviti a non farci trovare impreparati anche in questo momento”.
Nella serata di venerdì è andato in scena il confronto tra le organizzazioni sindacali e il governo, per capire come gestire il lavoro durante l’emergenza. “Bisogna garantire la dignità di tutte le persone: lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, disoccupate e disoccupati – prosegue –. Abbiamo dimostrato all’Europa di essere stati responsabili e da Bruxelles si prospettano aiuti economici importanti. Grazie all’impegno di Cgil, Cisl e Uil sono stati calendarizzati incontri con i corpi intermedi per gestire il prossimo periodo. Inoltre è necessario che il blocco dei licenziamenti prosegua fino al termine dell’emergenza sanitaria. Le organizzazioni sindacali sono riuscite a far prolugare lo stop ai licenziamenti fino al prossimo 31 marzo, ma su questo tema è importante non abbassare la guardia. Inoltre serve continuare con gli ammortizzatori sociali, per affrontare l’emergenza. Proprio sulle politiche attive del lavoro si aprirà un confronto a livello nazionale la prossima settimana. La nostra attenzione a questo tavolo sarà massima. È fondamentale una riforma del fisco, partendo dalla progressività delle aliquote Irpef, combattendo lavoro nero ed evasione fiscale. C’è necessità di superare le difficoltà nelle case di cura (le Rsa), per ospiti e personale dipendente, così come il problema delle scuole, e anche qui serve una riforma vera, partendo dalla ristrutturazione degli istituti vecchi e portando a 18 anni l’obbligo scolastico. Infine tutti hanno il diritto alla digitalizzazione, ovvero avere a disposizione gli strumenti per affrontare il rinnovamento”.
In questi mesi la Cgil Lecco, anche tramite il Caaf, ha dato una grande mano alle famiglie del territorio. “Abbiamo appena terminato una fase in cui molte persone puntano sulla dichiarazione dei redditi per recuperare somme di denaro – spiega Massimo Cannella, direttore del Caaf lecchese –. Non ci siamo nascosti dietro un dito, la Cgil ha investito molto, mettendo in sicurezza operatori e utenti. Tutte le pratiche sono state effettuate su appuntamento, ampliando gli spazi per garantire il distanziamento, sanificando gli uffici. In questo modo siamo stati vicini alle persone”.
Così 26.882 persone, dal 27 aprile al 30 settembre, hanno effettuato la dichiarazione dei redditi. Di queste, oltre 24mila sono uscite dalle sedi della Cgil con una dichiarazione a credito. “Siamo intervenuti concretamente sul piano economico sulle famiglie lecchesi – indica Cannella –. Ogni giorno 400 persone si sono recate negli uffici per le pratiche”. Sono state redatte settemila pratiche Imu e altrettante pratiche Isee. Ora il periodo è cambiato, la Cgil consiglia di muoversi il meno possibile, salvo bisogni urgenti. Per questo motivo, per esempio, il saldo Imu del prossimo 15 dicembre sarà inviato in mail o per posta. Nello stesso periodo gli appuntamenti fissati dal Caaf sono stati oltre 42mila.
“Dobbiamo ringraziare le nostre operatrici, i nostri operatori – dicono Riva e Cannella –, così come i molti volontari dello Spi, il sindacato dei pensionati”.