Fiom, Oreggia al presidente di Confindustria: “Non comprendiamo chi continua a produrre infischiandosene delle paure dei dipendenti”

In risposta alle affermazioni del Presidente di Confindustria Lorenzo Riva, diciamo che noi non riteniamo comprensibile chi ha continuato a produrre quando a milioni di persone veniva stravolta la vita, infischiandosene dei problemi e delle paure dei propri dipendenti.

Insieme a molte aziende, dove si è compresa la situazione, non si sono aspettati decreti per intervenire, si sono condivisi rallentamenti e chiusure, e sottolineo, senza dover dichiarare nemmeno un’ora di sciopero. Per molti purtroppo nemmeno i decreti sono sufficienti.

Quindi riteniamo ancora più incomprensibile chi ancora oggi tenta di proseguire nonostante il Dpcm indichi in maniera chiara la lista delle attività essenziali, pur non facendone parte.

Ragionevolmente potrebbe essere comprensibile qualche caso di deroga, ma centinaia solo nella nostra provincia ci lasciano a dir poco perplessi.

Attività non indispensabili che lavorano sottraggono Dpi (dispositivi di protezione individuale) per esempio le mascherine, a quei lavoratori e lavoratrici che in prima linea tentano di salvare la vita a più persone possibili…

Se vogliamo davvero essere uniti nella lotta a questo maledettissimo virus, noi siamo convinti che le indicazioni degli esperti (Oms, Ministero della Salute, Protezione Civile, ecc.) vadano seguite e rispettate il più possibile alla lettera.

Purtroppo rammarica riscontrare una disponibilità che a volte si limita alle belle parole. Per quanto riguarda la responsabilità, ancora una volta assistiamo ad atteggiamenti di chi cerca sempre di scaricarle sugli altri: una volta ai lavoratori che scioperano, una volta al governo, evitando così le proprie.

Le iniziative, e gli scioperi delle lavoratrici e dei lavoratori di questi giorni, hanno permesso non solo di modificare il Dpcm ma di ridurre le occasioni di possibili contagi e così di non gravare ulteriormente sul sistema sanitario già troppo provato e oramai al limite del collasso, quindi di salvare vite, altro che chiacchiere.

Fare la nostra parte in un contesto come questo non è certo facile, ponderare e tarare l’iniziativa sindacale altrettanto. Spesso è sufficente il merito unitamente al dialogo, purtroppo non sempre lo è.

Scioperare è un sacrificio, oltre che un dovere. E perciò, lo dico serenamente, con la nostra coscienza siamo tranquilli.

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