Flc, piano estate: indicazioni operative

Con nota 643 del 27 aprile 2021 il Dipartimento per il sistema educativo per l’istruzione e per la formazione del Ministero dell’Istruzione ha comunicato alle scuole di aver stanziato una somma di 510 milioni di euro per programmare e svolgere attività finalizzate al rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e della socialità da esplicare nel periodo giugno-settembre 2021, come attività “ponte” per l’anno scolastico 2021/2022.
Alle scuole si chiede di programmare in tre fasi (giugno – luglio/agosto – settembre) attività che si propongono lo scopo di colmare i vuoti di didattica in presenza e di socialità che la pandemia ha portato con sé nel corso del 2020/2021.
Un obiettivo condivisibile nelle sue grandi linee e nelle finalità che avrebbe potuto avere maggiore efficacia ove inserito in uno sguardo di prospettiva traguardante oltre i mesi estivi e l’emergenza per una complessiva riqualificazione del sistema scolastico e per avviare una stagione di investimenti a partire dal PNRR. È stata colta l’esigenza della centralità della scuola nella progettazione delle attività, a cui compete anche l’individuazione di eventuale coinvolgimento di soggetti esterni, in assenza di disponibilità interne o per progettualità specifiche.

Le istituzioni scolastiche sono chiamate, dunque, a programmare attività di vario genere, avendo la possibilità di coinvolgere nella realizzazione  delle stesse anche soggetti esterni come associazioni, terzo settore, ecc., per recuperare “il tempo perduto” ma sempre nell’ambito degli obiettivi definiti nell’ambito del PTOF. Dentro a questo percorso può essere valorizzato il rapporto tra scuola e territorio, territorio fatto da Enti locali ed associazioni.

Sono certamente presenti molti limiti contenuti nella nota, in termini di precisione di indicazioni e di fattibilità concreta, dovuti ad un mancato e preliminare confronto con il mondo della scuola, coi suoi protagonisti e i suoi rappresentanti, in assenza anche di protocolli di sicurezza e di indicazioni sulle modalità di reclutamento e di garanzie contrattuali per i lavoratori.
Tuttavia da essa conseguono alcuni adempimenti che proviamo a declinare come di seguito, in attesa delle specificazioni che, come di consueto, saranno necessarie per l’attuazione concreta.

L’adesione del personale, delle famiglie, degli studenti è volontaria

L’Amministrazione sembra essersi resa ben conto che le attività, per essere efficaci, non possono essere imposte alle scuole e ai lavoratori (istanza che abbiamo posto con forza in ogni sede e che ha trovato in questo caso giusto ascolto). Sicché è ben chiarito che sia la programmazione delle attività da parte degli organi collegiali sia l’adesione a svolgerle da parte dei singoli lavoratori sono assolutamente nella libera disponibilità dei soggetti collettivi e individuali.
Gli organi collegiali possono decidere che le attività svolte in presenza e a distanza siano state sufficienti e possano essere integrate con la ripresa del nuovo anno scolastico (la situazione è infatti assai variegata fra scuola e scuola, fra scuola del primo ciclo e scuole del secondo ciclo, scuole che hanno lavorato in DaD e altre in presenza, ecc.) come anche possano deliberare di programmarle e organizzarle.
Resta in ogni caso fermo il fatto che, benché programmate, le attività possano anche non trovare poi l’adesione concreta a svolgerle da parte dei lavoratori in forza alla scuola, potendo ricorrere a personale esterno.

Le iniziative sono autonomamente determinate da parte degli Organi collegiali

La nota dice con chiarezza che le iniziative sono autonomamente autodeterminate dagli Organi collegiali.

E, dunque, come tutte le attività autonomamente determinate, esse rientrano, sia pur fatte con fondi aggiuntivi e anche nel periodo estivo, nelle attività ordinarie sia per quanto riguarda le modalità delle fasi programmatorie sia per quanto riguarda gli aspetti amministrativo-contabili e di relazioni sindacali: agire gli Organi collegiali, i rapporti di informazione, confronto, contrattazione sindacale (per quanto riguarda il personale contrattualizzato), i contratti di prestazione per gli incarichi a soggetti esterni.

È evidente che la dirigenza scolastica dovrà attivare gli organi collegiali che devono essere messi al corrente della possibilità di utilizzare le strutture scolastiche anche d’estate, a lezioni ordinarie concluse, facendo leva sulle risorse che saranno messe a disposizione.
I bisogni formativi degli alunni, a conclusione dell’anno scolastico, sono conosciuti solo dai rispettivi docenti. Da ciò deriva la necessità di fare una ricognizione di ciò nei consigli di classe di interclasse o intersezione o nelle forme che autonomamente decideranno le scuole, e, necessariamente, sulla base delle esigenze educative e formative rilevate, i Collegi dei docenti dovranno assumere delle decisioni conseguenti. I Collegi possono decidere di ritenere non necessaria una attività nel periodo estivo, come possono deliberare le attività avendo ben chiarito comunque la condizione di volontarietà ad assumere l’incarico da parte dei docenti e personale interno o, qualora non vi sia disponibilità, il ricorso a personale esterno. Naturalmente anche il Consiglio di Istituto deve assumere le decisioni che ad esso competono in merito quale organo titolare del PTOF (documento necessariamente da integrare) regolatore dell’organizzazione e della programmazione della vita e delle attività della scuola.

Il lavoro del personale ATA

Non si può pensare che le segreterie delle scuole possano farsi carico di quanto necessario a organizzare e gestire attività così complesse in un periodo dell’anno in cui lavorano già a ranghi ridotti anche a causa di un elevato numero di personale ATA precario assunto fino al 30 giugno e con la necessità/obbligo di far fruire le ferie a chi ne ha diritto entro il 31 agosto.
Da questo punto di vista occorre rivedere i piani di attività, anche tramite un aggiornamento della riunione di inizio d’anno, al fine di valutare la fattibilità di quanto si programma in termini di apertura delle sedi/plessi (soprattutto nella scuola di infanzia e primaria), di personale disponibile e di quanto impegno da retribuire viene richiesto agli amministrativi ai tecnici e agli ausiliari nella compartecipazione a tutti i progetti.

Infatti, sulla base delle attività programmate, nel rispetto dei diritti dei lavoratori ata (le ferie in modo particolare), sarà necessario prevedere quanto delle risorse assegnate debbano far fronte alle attività più intense o aggiuntive che il personale ata sarà chiamato a svolgere.

Riteniamo necessario a tal fine anche procedere alla proroga dei contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno, come già da noi richiesto. Semmai consentirne il prolungamento secondo necessità fino al 31 agosto.

Il ruolo del Sindacato e delle RSU. Il punto sulle risorse in termini di retribuzione

Informativa, confronto e contrattazione sono istituti contrattuali che, tutti, debbono essere agiti per l’utilizzo delle risorse che hanno come destinatario il salario dei lavoratori. Ciò riguarda tutte le attività, comunque finanziate (PON, Decreto 41/2021, L. 440/97).
I sindacati territoriali e le Rsu, con lettera formale, devono richiedere per tempo di essere messi al corrente delle somme pervenute, dei progetti attivati, confrontandosi sui criteri di scelta del personale e contrattando le spettanze orarie.
Per gli importi si applicano gli emolumenti orari previsti dalle tabelle 5 (personale docente) e 6 (personale Ata) allegate al CCNL 2006/2009.
In particolare per i docenti il costo lordo dipendente è il seguente:

  • 50,00 € /ora per attività docenza nei corsi di recupero
  • 35,00 €/ora per altre attività di docenza
  • 17,50 €/ora per attività di non insegnamento

Per i PON le retribuzioni delle docenze sono quelle derivanti dal costo lordo stato di 70,00€ /ora

Le risorse a disposizione

Vengono messe a disposizioni delle scuole non nuove e aggiuntive risorse di quelle già in bilancio ma ricavate dai PON 2014/2020 e da altre fonti rimaste inutilizzate:

  • 320 milioni di euro ricavati dai PON “Per la scuola” 2014/2020 che vengono messi a bando in quanto devono seguire la procedura prevista per l’utilizzo di tali fondi
  • 150 milioni in base alla popolazione scolastica (già stanziati con D.L. 22 marzo 2021 e che verranno assegnati con apposito decreto interministeriale MI/MEF)
  • 40 milioni attraverso la partecipazione a bandi del ministero (stanziati con D.M. 2 marzo 2021 n. 48 in corso di registrazione presso la Corte dei Conti e già compresi nella misura di incremento del fondo ex L.440/97 prevista dalla Legge di Bilancio 2021)

Conclusioni

Come FLC CGIL abbiamo chiesto al Mi la revisione dei tempi e i modi di utilizzo delle risorse stanziate. Riteniamo, infatti, necessario assicurare un impiego delle risorse per tutto il tempo della ripresa dell’anno scolastico 2021/2022 fino a dicembre (così come prevede esplicitamente lo stesso D.L. 22 marzo 2021, n. 41 che ha stanziato parte delle risorse rese disponibili per il Piano Estate).

Non è da sottovalutare anche la tematica dei criteri della distribuzione dei fondi alle scuole che dovrebbero essere centrati anche sulle specifiche situazioni (presenza di alunni con disabilità, scuole del primo ciclo che non dispongono dei fondi ordinari di recupero come le superiori ecc.).

Importante sottolineare che alle scuole spetta la regia degli interventi: solo loro possono decidere se e come utilizzare queste risorse, chi coinvolgere in termini di personale interno o esterno.

Accanto a ciò abbiamo chiesto di consentire, anche facendo ricorso a disposizioni ad hoc, il prolungamento dei contratti delle supplenze laddove il personale precario già in servizio nella scuola si dovesse rendere disponibile a svolgere le suddette attività. Siamo ora in attesa della nota Mi di assegnazione delle risorse confidando sul fatto che il Mi abbia recepito le nostre richieste, finalizzate a favorire una più estesa partecipazione del personale interno, su tutti quegli aspetti sindacali su cui non ci è stata data la possibilità di discutere al momento del varo del Piano Estate.
Ciò al fine di favorire una più estesa partecipazione del personale interno che, dopo il difficile ancora in corso anno di pandemia, potrebbe legittimamente pretendere lo “stacco” di riposo estivo per poter seguire meglio, alla ripresa, lo svolgimento delle lezioni e delle necessarie attività di recupero degli apprendimenti.

Precedente

Prossimo