La Cgil Lecco ha partecipato alla Marcia della pace e della fraternità Perugia-Assisi con una numerosa delegazione, insieme a diverse altre associazioni provenienti dal territorio. L’evento ha coinvolto almeno centomila persone in un interminabile serpente colorato che ha unito la città di Aldo Capitini da quella di San Francesco. La delegazione ben rispecchiava la composizione dell’intera marcia, con la presenza di lavoratrici e lavoratori, di esponenti sindacali confederali e di categoria, di pensionati e studenti.
Un gruppo di partecipanti, al termine del lungo percorso, ha raggiunto anche la Rocca sopra Assisi, dove si è svolta la parte conclusiva con l’intervento tra gli altri di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che ha ricordato come: “Servono accoglienza, integrazione e fratellanza. Non si può pensare di costruire la pace se non si mette al centro la condizione umana, la condizione delle persone. Non c’è pace quindi, se non vincono i principi dell’accoglienza, dell’integrazione e ovviamente della fratellanza” e questo vale oggi ancora di più nel nostro Paese “dove c’è una ventata che ignora la nostra storia e pensa di risolvere i problemi con un nazionalismo disastroso”.
Solidarietà e fratellanza sono i valori che hanno fortemente caratterizzato la giornata, a partire dalla proposta lanciata dall’organizzazione, di candidare al Nobel per la pace il “modello Riace, un modello d’accoglienza e solidarietà che risponde ai valori cui la marcia si ispira”.
Appassionato e determinato l’intervento a Santa Maria degli Angeli di padre Alex Zanotelli che ha richiamato la necessità ineludibile del disarmo nucleare e della fine all’esportazione di armi verso Paesi in guerra che non rispettano i diritti fondamentali dell’uomo.
Di grande forza sono i contenuti del manifesto finale della Marcia che afferma fra l’altro: “Nessuno deve essere lasciato solo! Diciamo basta all’individualismo e alla competizione che ci impediscono di rispondere ai bisogni fondamentali delle persone. Prendiamoci cura di tutti, senza distinzioni, a cominciare dai più vulnerabili. Rimettiamo al centro della nostra comunità, della nostra società le persone, tutte le persone, la loro dignità e i loro diritti umani fondamentali. Costruiamo un argine alla violenza diffusa, al razzismo, alle discriminazioni, al bullismo, alle parole dell’odio. Riaffermiamo il principio universale di uguaglianza e di giustizia. Riaffermiamo il dovere di proteggere ovunque tutte le persone minacciate da violenze, guerre, persecuzioni, sfruttamento e sistematiche violazioni dei diritti umani! Osiamo la fraternità”.