VENERDÌ 24 NOVEMBRE SCIOPERO GENERALE

Venerdì 24 novembre 2023 CGIL e UIL tornano in piazza per difendere il presente di lavoratori e pensionati, già colpito da instabilità contrattuale e alti tassi d’inflazione, e il futuro dei giovani, che hanno diritto ad avere un percorso lavorativo tutelato e la prospettiva di un trattamento previdenziale dignitoso. L’obiettivo è duplice: sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi criticità che la bozza di Legge di Bilancio porta con sè e, contestualmente, chiedere al Governo di assumere i provvedimenti in materia di lavoro, fisco, sicurezza, previdenza, sanità e politiche industriali, necessari a ridurre le diseguaglianze nel Paese.

Siamo di fronte a un esecutivo confuso e litigioso al proprio interno, che fa circolare varie bozze di Legge di Bilancio poi puntualmente riviste e modificate nelle indiscrezioni successive. In tutte queste versioni viene per lo meno riconfermata la misura del taglio del cuneo fiscale chiesto a gran voce dal sindacato, a riprova che le iniziative e gli scioperi condotti finora hanno avuto il merito di porre all’ordine del giorno questa misura utile a consolidare il potere d’acquisto dei lavoratori. Si tratta però di una proroga per un solo ulteriore anno, segno che nel Governo non c’è volontà di stabilizzare le poche misure che vanno incontro ai bisogni reali delle persone, e soprattutto è un provvedimento che rischia di essere inutile visto che la decontribuzione non copre neanche lontanamente la perdita di potere d’acquisto senza precedenti, causata dall’inflazione galoppante.

In tema previdenziale, nonostante la retorica sul superamento della Legge Fornero, si profila una riduzione degli importi pensionistici dei dipendenti pubblici: con la revisione delle aliquote previdenziali per le pensioni liquidate dal 2024, infatti, si calcola che i futuri pensionati potrebbero subire una perdita annua fino al 20% della retribuzione. Tutto ciò rivela una politica di smantellamento delle certezze, perchè le pensioni non sono e non saranno mai una concessione ma un diritto acquisito del lavoratore. Discorso simile vale per l’innalzamento del requisito anagrafico di accesso all’Ape Social, portato da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, un aumento che penalizza la platea di disoccupati, invalidi e caregiver che sono i principali destinatari della misura. Infine, su Opzione Donna si stanno registrando dichiarazioni e smentite che provocano solo confusione, ma al momento l’unica certezza è che, se rimarrà, lo farà nelle versione “ristretta”, quella che non consente l’accesso a tutte le lavoratrici (pur in presenza dei requisiti) ma solo ad alcune.

Una manovra ingiusta anche per i disoccupati. I dati sulla povertà nel nostro Paese diffusi recentemente dall’Istat sono drammatici e confermano quanto le scelte del Governo continuino a essere sbagliate. Di fronte a 5,7 milioni di persone, il 10% della popolazione, e 2,2 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta si è scelto di cancellare l’unico strumento universale di contrasto alla povertà, il reddito di cittadinanza, introducendo al suo posto nuove misure che dividono la platea delle persone in difficoltà tra chi può accedere a un sostegno economico e chi, essendo considerato “occupabile”, ne è escluso, a prescindere dalle reali condizioni di bisogno. Insomma, la sostanza della manovra è chiara: qualche provvedimento bandiera e tanti titoli, ma poca sostanza. La strada intrapresa è quella dell’estrema attenzione a partite Iva, imprese e autonomi, mentre non c’è sostanzialmente nulla per il lavoro dipendente e per tutto ciò che è pubblico. Nessuna lotta all’evasione e un fisco sempre più sbilanciato verso chi già ha.

In attesa del testo definitivo della Legge di Bilancio, quanto ventilato finora è più che sufficiente per sostenere che le intenzioni del Governo indicano una direzione opposta a quanto richiesto dalle lavoratrici e dai lavoratori e dalla piattaforma varata da CGIL, CISL e UIL, sostenuta anche con le manifestazioni unitarie dello scorso maggio. Per queste ragioni CGIL Lecco e UIL Lario, coerentemente con le scelte compiute nei mesi passati, decidono di schierarsi con i lavoratori, i pensionati e i disoccupati e di effettuare 8 ore o l’intero turno di sciopero il prossimo venerdì 24 novembre.

La manifestazione si articolerà nel modo seguente: un corteo, composto unicamente da CGIL Lecco, si concentrerà intorno alle ore 9:00 nel piazzale del centro commerciale Meridiana antistante al Monumento ai Caduti sul Lavoro (Largo Caleotto) e da lì raggiungerà Piazza Diaz, percorrendo nell’ordine Via Amendola, Via Digione, Via Alighieri, Via Cairoli e Via Cavour; in Piazza Diaz, dove sarà già presente una delegazione della UIL Lario, si terrà un presidio che terminerà intorno alle ore 11:30. Durante il presidio le segreterie confederali delle OO.SS. si dirigeranno alla sede della Questura/Prefettura di Lecco in Corso Promessi Sposi, dove saranno ricevute dal Prefetto per una breve esposizione delle ragioni sindacali dello sciopero.

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